Amici di penna. Prendersi cura delle persone sì, ma ponendo dei limiti

Sei una persona che si preoccupa degli altri e si prende cura di chi ama, ma spesso il tuo donare diventa sfruttamento e pretesa. Da che cosa dipende questa tendenza? No, non è semplice bontà d'animo, ed è arrivato il momento di porre dei sani limiti, affinché le tue risorse emotive siano preservate e la tua salute mentale al sicuro 


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Ci sono persone per le quali dare è molto più bello che ricevere, perché in qualche modo si sentono utili, danno uno scopo alla propria  esistenza, e perché la sensibilità impedisce loro, a differenza della stragrande maggioranza, di rimanere indifferenti davanti a crudeltà e ingiustizie. Si donano completamente agli altri, spesso dimenticandosi dei loro bisogni, e ciò sembrerebbe apparentemente encomiabile. Ma non è così. 

Permettere a chiunque di prendere un po' del nostro tempo ed energia è invece una cosa sbagliata, che a lungo andare ci logora, diventiamo un serbatoio dal quale si può attingere in maniera indiscriminata. Il fatto è che il rinforzo positivo che viene da chi ci osserva, costituisce un incentivo e allora diamo, senza sapere che lo facciamo perché abbiamo ricevuto poco  o niente. 

Il problema è non avere una buona percezione di sé, una bassa autostima, e la sensazione di doversi sacrificare sempre per tutti, con la convinzione che poi saremo benvoluti e amati. La radice di questi comportamenti si trova nell'educazione infantile. Un adulto che avverte questa esigenza, probabilmente è stato un bambino che ha dovuto elemosinare affetto, dimostrarsi degno di riceverlo, oppure è cresciuto coltivando il senso di colpa a causa delle critiche, e quindi ha imparato che se fa quello che gli altri si aspettano da lui, se è servizievole e gentile, allora sarà amato. Ha capito, inoltre, che se prova a dire di no perderà l'approvazione di tutti. 

Quando concediamo a qualcuno di beneficiare illimitatamente di noi, diventiamo oggetto di sfruttamento emotivo, o anche materiale, perché poi penserà che tutto gli è dovuto e sia tutto suo. La società rinforza questa propensione, quindi quello che era un bisogno frustrato, trova finalmente soddisfazione. In sostanza, saremmo amati per quello che possiamo offrire, non per quello che siamo. Nel momento in cui decidiamo di interrompere il supporto e rifiutiamo di sottostare al servilismo, scateniamo la frustrazione dei nostri parassiti emotivi e , ai loro occhi, diventiamo cattivi. 

Sei una persona che si preoccupa degli altri e si prende cura di chi ama, ma spesso il tuo donare diventa sfruttamento e pretesa. Da che cosa dipende questa tendenza? No, non è semplice bontà d'animo, ed è arrivato il momento di porre dei limiti, affinché le tue risorse emotive siano preservate e la tua salute mentale al sicuro. 

Ma in cosa consistono tali confini? Cosa si può fare per evitare di essere divorati? 

- Tempo  dedica un tempo molto limitato della giornata all'ascolto dei problemi altrui, che deve essere comunque effettuato in una maniera consapevole. Infatti, lasciarsi coinvolgere troppo dà all'altro un incentivo per approfittare, e ogni volta chiederà sempre di più. 

- Spazio  crea un posto tutto per te in casa, da arredare come vuoi e in cui sentirti al sicuro. Lì potrai leggere, meditare, ma anche riflettere, sfogare la rabbia, piangere, senza giudicarti o concedere a qualcuno di farlo. 

- Dire no  compiacere gli altri, anche quando sbagliano o non siamo d'accordo con loro, è forse una delle prime cose che ci hanno insegnato per essere benvoluti o evitare brutte figure. Invece, dobbiamo liberarci da queste catene ed esprimere, con garbo e fermezza, il nostro pensiero, o dissentire. 

- Gratificarsi con le nostre attività preferite, quindi via libera a sport, disegno, musica, scrittura ecc, un momento solo per noi che ci dia piacere e gioia di vivere. 

- Imparare a stare soli, che non significa vivere reclusi, ma coltivare amicizie con poche persone ma fidate, e non cercare spasmodicamente compagnia o persone da amare a ogni costo, accontentandoci. Piuttosto che adeguarci agli altri, con il rischio di incontrare persone tossiche, dobbiamo imparare a godere del nostro tempo in solitudine. 

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