Psyché. Genitori: istruzioni per l'uso. Come sopravvivere ai rapporti conflittuali
Si può entrare in conflitto con le figure genitoriali per molteplici ragioni. Spesso, si vengono a creare delle vere e proprie fratture insanabili nel rapporto, e per un figlio è indispensabile riuscire a gestire ogni situazione e scegliere il tipo di atteggiamento per evitare di essere sopraffatto da un'autorità che, nell'età adulta, non ha più motivo di esistere
Non di rado si può entrare in conflitto con la propria madre madre o il proprio padre. Con la crescita, può succedere che il pensiero e le scelte di un figlio prendano direzioni diverse da quelle che un genitore vorrebbe, e spesso è il motivo scatenante dei litigi, delle rotture e dei silenzi.
Nel momento in cui due persone diventano genitori, inevitabilmente, iniziano a crearsi delle aspettative: se è un uomo che studiasse, avesse una carriera il più possibile soddisfacente, coltivasse sempre le proprie passioni e trovi una brava moglie che lo accudisca.
Di contro, se è donna, sarebbe meglio se fosse indipendente, ma non troppo, perché è fondamentale che sia un sostegno per il marito e si prendesse cura dei figli. Pertanto, maschi e femmine saranno educati in modo diverso in base al loro genere, e non è una teoria, ma una dato di fatto. E ciò può costituire uno dei motivi per cui nascono scontri.
Uno dei cardini della psicoterapia, solitamente, è trattare il rapporto burrascoso con uno dei due genitori, o entrambi. Loro, infatti, possono pregiudicare l'esistenza e provocare delle falle nell'autostima.
Quello che di solito si imparare a fare, è soppesare il tipo di legame, ma soprattutto il tipo di dialogo. Una cosa interessante che ho fatto, è stato analizzare il mio stile di attaccamento verso le figure di accudimento per indagare quali influenze questo possa nei rapporti con le altre persone.
Ma arriviamo alla domanda fondamentale di questo post: come si fa a gestire i rapporti non proprio idilliaci con i genitori? Si può entrare in conflitto con le figure genitoriali per molteplici ragioni. Spesso, si vengono a creare delle vere e proprie fratture insanabili nel rapporto, e per un figlio è indispensabile riuscire a gestire ogni situazione e scegliere il tipo di atteggiamento per evitare di essere sopraffatto da un'autorità che, nell'età adulta, non ha più motivo di esistere.
La prima cosa fondamentale, dunque, è distaccare la propria identità da quella del genitore. Il figlio ha un proprio corpo, che può muoversi autonomamente, e un proprio cervello, con cui può ragionare, pensare e decidere, senza alcun bisogno di essere indirizzato.
La storia personale di un genitore non deve diventare un peso per il figlio: non è sua responsabilità renderlo felice o compiacerlo, magari per riparare la sua frustrazione. Deve imparare a capire cosa è meglio per lui. Di conseguenza, genitore deve rispettare la natura del figlio, perché non ha senso iniziare delle guerre se viene contrariato.
In caso il rapporto sia proprio disfunzionale, la soluzione migliore sarebbe l'allontanamento ma, laddove non sia possibile, il figlio può capire le motivazioni e considerare il fatto che la mentalità può essere antiquata, avere delle convinzioni errate che sarà difficile sradicare, e soprattutto che può intrattenere una convivenza civile senza però essere obbligato a perdonarlo.
Si diventa genitori per un atto egoistico, i figli non chiedono di venire al mondo, e quindi non devono loro alcuna obbedienza nè doveri di alcun tipo. Lo so, è un concetto impensabile nelle famiglie vecchio stampo, dove spesso i figli vengono considerati ingrati, ma è la logica conseguenza di una libera scelta.
Bisogna cercare di sganciarsi il più possibile, insistendo per affermare la propria identità e volontà, senza cercare l'approvazione e lottando per essere accettati. Hanno la facoltà di non farlo, ma ciò non deve fermare un figlio dall'occupare il proprio posto nel mondo. Siate fieri di voi stessi, anche se i vostri genitori non lo sono.
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