Letteral_mente. Ovunque io sia torno a prendermi, Riccardo Bertoldi -recensione-
Un amore adolescenziale mai dimenticato, una vita pianificata che sembra apparentemente un sogno, poi l'insoddisfazione e infine il crollo. Questo libro, narrato anche da un punto di vista femminile, racconta quello che accade quando lungo il sentiero della vita si smarrisce qualcosa, o se stessi. Lagraziadeilibri vi racconta il secondo romanzo di Riccardo Bertoldi
Sinossi
Il giorno in cui ho comprato questo libro ho cominciato dalla fine: non so per quale motivo ho sfogliato direttamente le ultime pagine, poi ho letto lo stralcio sul retro della copertina. Ed è scattato qualcosa in me che mi ha spinto ad acquistarlo. Anche il titolo aveva suscitato in me uno strano trasporto: Ovunque io sia torno a prendermi.
Parole che sembrano una promessa che avrei voluto farmi da tanto tempo, in un tempo che adesso comincia a sistemare le sue cose, e a farmi vedere una luce diversa.
Questa è la storia di Tommaso e Rebecca, ma forse direi solo di Rebecca, perché l'autore è stato molto abile a narrare dal punto di vista maschile, che gli è naturalmente più congeniale, ma anche da quello femminile. Con una bella sensibilità è riuscito infatti a entrare nel pensiero di una donna, a riportarne le sfumature, le insicurezze, ma anche la grande forza d'animo.
Una scrittura viva ed emozionale, potrei definirla anche viscerale, con un registro talvolta colloquiale, per descrivere un amore adolescenziale mai dimenticato, una vita pianificata che sembra apparentemente un sogno, poi l'insoddisfazione e infine il crollo. Riccardo Bertoldi racconta quello che accade quando lungo il sentiero della vita si smarrisce qualcosa, o se stessi.
Rebecca comprende che la felicità non deve cercarla all'esterno, perché si accorge che tutto può finire, ma trovarla nelle piccole cose, soprattutto quelle che compongono se stessa. Il concetto del prendersi cura, non solo dell'altro o delle altre cose, ma della propria persona, lo interiorizza durante un viaggio in Thailandia con la sua migliore amica Alice, dove impara a guardare dentro se stessa, ad ascoltare quelli che sono i suoi bisogni e desideri.
Ancora una volta, quella del viaggio ricorre come una metafora di catarsi interiore, una pulizia profonda che le consente di rallentare, riflettere, e anche ritornare nel suo mondo e mettersi al centro. Tutto ciò diventa possibile soltanto grazie a un cambiamento. Lei stessa trova il coraggio di divorziare da suo marito, di partire, di ricontattare il suo primo amore Tommaso, e vivere come davvero desidera.
Un libro che forse mi ha chiamato, mi ha fatto riflettere su tante cose e mi ha donato quelle parole che avrei dovuto dirmi da tanto tempo. Era, probabilmente, ciò di cui avevo bisogno.
Se anche voi volete attuare un cambiamento nella vostra vita, imparare ad ascoltarvi o semplicemente sperare, allora vi consiglio di leggerlo.
Voto: 7 1/2
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