10/31/21

BOO(k)! Festival: A noi Dracula piace cattivo! Evoluzione e romanticizzazione del vampiro

Da Bram Stoker a Stephanie Meyer, la figura del vampiro è stata creata prima e rivisitata poi, attraverso i gusti dei lettori. Ma è veramente ciò che vogliono? Dal fenomeno Twilight, i puristi dell'Horror hanno rabbrividito, alla vista di vampiri luccicanti e vegetariani. E a voi? Dracula piace cattivo? 




Per molti fan dell'horror e del gotico, l’archetipo del vampiro è incarnato dal Dracula di Stoker. Il conte appartenete a un’antica casata della Transilvania assetato di sangue, è simbolo di lotta fra bene e male, ma anche fra istinto e ragione, e pulsioni morbose che l’allora perbenista società vittoriana cercava in ogni modo di soffocare.

Lo stereotipo tramandato fino a oggi è quello del vampiro che non si riflette negli specchi, non può rimanere alla luce del sole, sta lontano da aglio e crocifissi, è definito non morto perché, nonostante vive, è pallido e freddo, e beve sangue umano.

Grazie a esso, tutti oggi richiamano l’immagine di un essere dotato di canini aguzzi che perforano il collo delle fanciulle e ne succhiano il sangue. La figura di Dracula, che pare corrisponda a quella realmente vissuta di Vlad Dracul, detto l’impalatore, ha regnato incontrastata nella letteratura e cinema fino all’arrivo di un altro fenomeno vampiresco, che fa riferimento al genere più stucchevole dello Young Adult, ovvero Twilight.

La nuova generazione, vissuta inizialmente con un ritorno sulla cresta dell’onda del movimento Emo e Gotic, ha conosciuto una versione molto più edulcorata del vampiro, un personaggio quasi imbambolato che è piaciuto tanto alle adolescenti dei primi anni 2000. Questa rivisitazione ha fatto la fortuna della scrittrice  Stephanie Meyer e tutte le scrittrici che hanno sfruttato la fama dell’antesignana, la quale ha creato una famiglia di vampiri dalla pelle luccicante, buoni fino all’inverosimile, e soprattutto etici, ossia scelgono di non nutrirsi di sangue umano, ma animale.

Ma quali sono i motivi per cui il vampiro, emblema dell’orrore, è stato addomesticato?

La mia riflessione si basa su tre capisaldi:

Probabilmente, si è cercato di umanizzare questa figura e renderla innocua, di privarla di quella carica di malvagità che annoverava il vampiro tra le creature infernali, quindi un’identificazione col demonio che spaventa e scandalizza soprattutto i ferventi cattolici.

Seconda ipotesi, il vampiro viene quasi trasformato in un idolo perché è riuscito a sconfiggere, in un certo senso, la morte. La sua condizione ibrida lo rende potente, qualcosa a cui si guarda con timoroso rispetto.

Il terzo motivo è molto meno fantasioso, e allude a quella insana passione per lo stereotipo del bello e dannato, per quanto riguarda l’evoluzione romantica dei Cullen e affiliati: la versione dark delle favole che raccontavano ai bambini di una volta, un principe delle tenebre dal quale la fanciulla fragile e problematica è attratta e con il quale ha inizio una relazione tossica. Sostanzialmente, l’essere umano è attratto dall’oscurità e sublima la fantasia recondita di esserne rapito, nonostante ci si sforzi di vivere sempre alla luce, col sorriso sulle labbra, sempre allegri e positivi.

Personalmente, dopo aver letto Stoker, sono schierata a favore della versione originale del vampiro, molto più sfaccettata e particolare. 

E a voi, Dracula piace cattivo? 




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