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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

Letteral_mente: Il vento conosce il mio nome, Isabel Allende -recensione-

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L'intreccio delle vite di due bambini, a cavallo tra passato e presente, e due persecuzioni umane: ebrei e immigrati dell'America Centrale negli Stati Uniti. Il racconto del dolore di madri, della morte della famiglia nel campo di concentramento, e di cosa significhi crescere con la paura della morte addosso. La Grazia dei Libri vi racconta "Il vento conosce il mio nome", di Isabel Allende  Descrizione  Vienna, 1938. Samuel Adler è un bambino ebreo di sei anni il cui padre scompare durante la Notte dei cristalli, quando la sua famiglia perde tutto. La madre, per salvarlo, lo mette su un treno che lo porterà dall’Austria all’Inghilterra. Per Samuel inizia così una nuova fase della sua lunga vita, sempre accompagnato dal suo fedele violino e dal peso dell’incertezza e della solitudine. Arizona, 2019. Anita Díaz, sette anni, sale su un altro treno con sua madre per sfuggire a un pericolo imminente nel Salvador e cercare rifugio negli Stati Uniti. Ma il loro arrivo coinci...

Amici di penna. Non aspettare che qualcuno cambi per te, ma cambia tu per non doverlo chiedere agli altri

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In alcune circostanze sembra ingiusto dover cambiare se stessi, anziché spingere chi realmente dovrebbe farlo, ma purtroppo alcune persone riescono a deresponsabilizzarsi e giustificarsi immeritatamente. Cosa fare, allora, quando l'altro non sa o non vuole migliorare? Cambia tu: se cambierai ed evolverai, non avrai più bisogno di chiederlo agli altri. Starà a loro scegliere se seguirti o lasciarti andare perché non sei più alla loro portata . Ph Freepik Di recente, ho avuto modo di riflettere sulle dinamiche relazionali e sul perché siano diventate così complicate, oggi. In realtà, credo che lo siano sempre state, ma una volta non ci si curava molto della mente, non si pensava a migliorare e a cambiare, ma la personalità era vista come una componente fissa dell'individuo. C'era (e c'è) chi si approfitta e chi subisce, senza sapere o poter difendersi.  La persona buona era (ed è) vista come debole, che non sapeva farsi valere e, un po' come piace tanto fare in questo...

Psyché. Genitori: istruzioni per l'uso. Come sopravvivere ai rapporti conflittuali

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Si può entrare in conflitto con le figure genitoriali per molteplici ragioni. Spesso, si vengono a creare delle vere e proprie fratture insanabili nel rapporto, e per un figlio è indispensabile riuscire a gestire ogni situazione e scegliere il tipo di atteggiamento per evitare di essere sopraffatto da un'autorità che, nell'età adulta, non ha più motivo di esistere Ph. Freepik  Non di rado si può entrare in conflitto con la propria madre madre o il proprio padre. Con la crescita, può succedere che il pensiero e le scelte di un figlio prendano direzioni diverse da quelle che un genitore vorrebbe, e spesso è il motivo scatenante dei litigi, delle rotture e dei silenzi.  Nel momento in cui due persone diventano genitori, inevitabilmente, iniziano a crearsi delle aspettative: se è un uomo che studiasse, avesse una carriera il più possibile soddisfacente, coltivasse sempre le proprie passioni e trovi una brava moglie che lo accudisca.  Di contro, se è donna, sarebbe meglio se ...

Amici di penna. Lettera a me stessa: la mia trasformazione

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La mia evoluzione continua, anche se a volte mi rendo conto che stia perdendo qualcosa, e qualcuno, per strada. Chi sarò una volta che sarà tutto finito? Sarò abbastanza brava da continuare da sola? È un momento di transizione, dove mi sento forte e fragile allo stesso tempo, e scoprire la mia identità può farmi paura. Ma ciò di cui non ho più paura, però, è continuare Ph. Freepik Cara me,  è passato molto tempo da quando ti ho scritto l'ultima lettera, e molte cose sono cambiate: alcune in meglio, altre in peggio. Ma è così che deve essere, non mi aspettavo nulla di diverso.  Ciò che mi preme fare, è di esprimerti a parole i miei pensieri, perché sono l'unico modo per razionalizzarli e anche per lasciare delle testimonianze di questo passaggio. Scrivere non è solo il dono di raccontare, ma anche ragionare e lasciare un ricordo delle tue versioni precedenti, non credi?  Lamento che non sia stata forte abbastanza per restare com'ero, perché il dolore mi ha cambiato. Sento ...