Amici di penna. Esiste davvero un limite alla libertà delle donne?
C'è chi dice che, ormai, la parità di genere sia stata raggiunta, per cui alle donne piaccia solo fare le vittime. Altri, sostengono che alcune restrizioni siano pensate per salvaguardare la loro salute e incolumità. Ma io mi chiedo e, forse, ve lo chiedete anche voi: è davvero così? Le donne vanno davvero protette, anche se questo significa compromettere la loro libertà di scelta? Esiste davvero un limite alla libertà delle donne?
L'idea per la tematica di questo post, mi è venuta leggendo una notizia su Instagram alquanto discutibile: in Russia, alle donne viene proibito di svolgere alcuni lavori, perché pare che costituiscano un pericolo per la fertilità. Come se i figli li facessero da sole! Diciamo che questo paese non brilla esattamente per i diritti e le libertà individuali, e ciò mi ha fatto riflettere: in questo tipo di società, non devono essere altro che fattrici.
Però, colgo anche un'altra contraddizione: prima alle donne viene rimproverato di essere arrampicatrici, sfruttatrici degli uomini, che vogliono essere mantenute ecc, e poi quando rivendicano il loro diritto a un qualsiasi lavoro, tirano in ballo la questione di genere: questo è un lavoro da uomo, non lo puoi fare!
Credono che il fatto di avere meno forza fisica sia la prova che questi stereotipi siano veri o, ancora peggio, che determinino un'inferiorità biologica rispetto all'uomo. La Biologia viene invocata dai conservatori quando i diritti sociali cominciano ad avanzare (chi non si è mai imbattuto nella arcinota Teoria Gender?), perché la Scienza è a uso e consumo: non ci si può appellare a dati scientifici incontrovertibili (?)
C'è chi dice che, ormai, la parità di genere sia stata raggiunta, per cui alle donne piaccia solo fare le vittime. Altri, sostengono che alcune restrizioni siano pensate per salvaguardare la loro salute e incolumità.
Ma io mi chiedo e, forse, ve lo chiedete anche voi: è davvero così? Le donne vanno davvero protette, anche se questo significa compromettere la loro libertà di scelta? Esiste davvero un limite alla libertà delle donne?
Ebbene, sono giunta a questa conclusione: già il solo fatto di dover proteggere le donne dalla propria volontà e, quindi, impedire loro in modo paternalistico di scegliere, è un'implicita dichiarazione di asservimento. Ma, oltretutto, non è per la loro vita in quanto persone, certo! Perché devono mettere al mondo figli, occuparsene, mantenere caldo e accogliente il focolare domestico.
Ancora una volta, è il ruolo a renderle importanti, ciò che danno, non ciò che sono. E viene dato loro rispetto solo se lo assumono. La verità, è che i limiti non esistono, neanche nella Biologia: sono presenti nella testa delle persone, e in un Patriarcato che pretende che gli altri ignorino le sue contraddizioni.
L'assurda convinzione che le donne siano principesse, quindi capricciose, sempre impeccabili nell'abbigliamento e nei modi, sembra un'esaltazione ma non è così: esistono donne rudi, maleducate, o che semplicemente non intendono conformarsi a standard di bellezza o di comportamento. Quelle che vengono considerate "uomini mancati", come se, di contro, l'uomo dovesse essere brutale e selvatico.
Anche le donne che lavorano, sono autonome e non necessitano di uomini vengono paragonate a loro, e ancora prima considerate egoiste. Quindi, lo studio e il conseguimento di titoli per una determinata professione, viene considerata più una concessione che un diritto, e si cerca di confinare le donne in quegli ambiti considerati "femminili". Forse, per evitare la competizione?
Si sentono davvero così minacciati?
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