Letteral_mente. I ricordi dell'avvenire, Elena Garro -recensione
Un romanzo che ha visto la luce molto prima di Cent'anni di solitudine, ma con le stesse atmosfere di realismo magico. Il dramma familiare della famiglia Moncada raccontato da Ixtepec, un paesino della Tierra Caliente, in Messico, che si fa voce narrante del destino dei suoi abitanti. La Grazia dei libri vi racconta I ricordi dell'avvenire, di Elena Garro
Descrizione
Nella Tierra Caliente che è il cuore stesso del Messico giace il paesino di Ixtepec, narratore di questa storia e testimone di vicende che mescolano fede e crudeltà, odio e passione, menzogna e perfidia. Siamo negli anni post rivoluzionari, il paese è sull’orlo della guerra civile e Ixtepec si ritrova in balia degli umori del crudele generale Francisco Rosas, consumato dall’amore per Julia. L’arrivo di uno straniero misterioso metterà a soqquadro l’apparente monotonia della cittadina, segnando il destino della famiglia Moncada, della bella Isabel e di una serie di personaggi davvero memorabili, dal militare sanguinario al matto del paese. Come una Elena Ferrante del secolo scorso, Garro ritrae con sapienza e ironia una famiglia, un momento storico e al tempo stesso un intero paese, senza rinunciare alla dose perfetta di pensiero magico latinoamericano.
Recensione
Un romanzo permeato dalle atmosfere di realismo magico di Cent'anni di solitudine, ma scritto da una donna, Elena Garro, molti anni prima, nel 1952. Il dramma familiare della famiglia Moncada raccontato da Ixtepec, un paesino della Tierra Caliente, che si fa voce narrante del destino dei suoi abitanti.
Ambientato nell'epoca postuma alla Rivoluzione messicana, durante la sommossa popolare definita cristera, questa storia, con il suo punto di vista originale, permette uno sguardo panoramico sui personaggi, che si avvicendano con le loro debolezze e peccati, animando questo luogo incuneato nella Sierra.
Isabel Moncada, la protagonista, è una femminista ante litteram, che desidera essere nata uomo per poter studiare e lavorare. Si interessa di teatro e politica, e per questo non viene vista di buon occhio dagli uomini i quali, con le loro amanti scelte fra le prostitute, cercano di perpetrare il giogo patriarcale. Come lei, un'altra figura femminile significativa è Julia, l'amante del generale Francisco Rosas, che prenderà una decisione definitiva che non lo coinvolgerà.
Quelle di questo romanzo sono donne che commentano gli accadimenti della politica nazionale, nonostante la loro condizione di subordinazione, che osservano le strade diventare teatro di fatti di sangue e regolamento di conti. Anche La Luchi, tenutaria del bordello in cui soggiornano le amanti e Dorotea, la cui casa è stata incendiata dall'esercito, sono personaggi femminili degni di nota. Tra i maschili, quello che sicuramente desta più innocenza e simpatia è Juan Cariño, il matto, convinto di essere il capo di stato e che tutti assecondano.
Un affresco di condizione femminile e della vita di un paese del Mesoamerica, dipinto con audacia da una delle scrittrici più importanti del Messico, che non volle mai essere associata al realismo magico, perché non era una vera e propria corrente letteraria, bensì una strategia commerciale. Inoltre, non sappiamo se abbia mai fatto parte del cosiddetto Boom latinoamericano, un circolo elitario costituito da soli uomini bianchi.
Un linguaggio ricco, descrittivo e forbito come piace a me, che amo perdermi nei particolari, ma senza essere troppo prolisso. Una narrazione fluida, che scorre attraverso le pagine e i capitoli, anche se sono piuttosto lunghi.
Libro consigliatissimo! Voto: 9

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