Psyché. Un anno di terapia. Il racconto della mia trasformazione

È passato un anno, ormai, da quando ho iniziato la terapia farmacologica per la depressione, e i risultati sono stati più che soddisfacenti. Tra ricordi, piccoli timori e  una chiacchierata con un'amica, con una domanda che non avevo mai posto a me stessa

Ph. Pixabay




Questo mese, ricorre una data importante per me: ho compiuto un anno di terapia farmacologica. Un anno in cui ho combattuto la depressione ansiosa, e ho vinto. Fra qualche settimana, avrà inizio anche il percorso di psicoterapia, così la mia guarigione sarà completa e definitiva. 
Lo scorso 3 novembre, ho varcato per la prima volta la porta dello studio dello psichiatra, timorosa, stremata dai pensieri ossessivi che mi avevano tolto la voglia di vivere, ma anche fiduciosa che finalmente avrei potuto risolvere una situazione per la quale soffrivo da troppo tempo, ovvero 2 anni
Avevo iniziato ad avvertire malessere durante la pandemia, ma ho sempre avuto il sospetto che sopravvivesse latente da molto più tempo. Altra diagnosi che ho ricevuto, è quella della fobia sociale, che si acuisce in determinate circostanze. 
Sospettavo di avere la depressione ma, naturalmente, per iniziare una cura dovevo ottenere la diagnosi da un professionista. 
E ora, eccomi qui: serena, molto più autodeterminata di prima, cosciente del mio valore e decisamente più ottimista riguardo al futuro. 
Ho fatto pace con la mia vita, ponendomi dei nuovi obiettivi e accettando il fatto che io mi sia sempre impegnata, abbia fatto il possibile, e non debba mai più sentirmi in colpa, perché non è giusto. 
A tutti piace la nuova me sorridente e allegra, e ne è la prova una chiacchierata che ho fatto con una mia cara amica, che ha visto purtroppo la versione peggiore. Un giorno mi ha mandato un audio su Whatsapp, e mi ha chiesto: "Come hai fatto? Cosa ti ha cambiato?"
Queste domande mi hanno veramente fatto riflettere. Tesa nella mia spinta al cambiamento, non mi ero mai fermata ad analizzare questi aspetti. Le ho risposto: 

"A un certo punto, mi sono data una scossa, e ho deciso di chiedere aiuto. Questo è fondamentale, non tutti riescono  a farlo. La cosa più importante è stata l'autoconsapevolezza, perché mi sono resa conto che stavo molto male. Ora la mia condizione mentale è  migliorata,  ho una nuova energia vitale. Nel momento in cui ho iniziato a prendermi cura di me stessa e  ho avuto più fiducia nelle mie possibilità, finalmente ho iniziato anche ad attirare le cose belle". 

La mia vita è migliorata, perché ho cercato di fare in modo che girasse nel verso giusto. Il feedback più significativo dii questo nuovo assetto mentale, è stata la pubblicazione del mio secondo libro. Ero talmente annichilita e provavo così tanto dolore, che avevo perso la speranza per ogni cosa. Invece, grazie al mio coraggio, ho ricominciato a praticarla. Ed è bellissimo. 
A volte, il ricordo della mia recalcitranza a prendere i farmaci mi fa sorridere. Ho superato lo stigma sociale: quello che ho fatto è stato un atto d'amore, e sono fiera di me stessa. 
E perciò mi era venuta l'idea di redigere questa nuova rubrica, affinché le persone capiscano che non c'è nulla di male nel chiedere aiuto, e scoprano cosa succede in questo vero e proprio percorso di trasformazione. 
Confesso che le sedute dalla psicologa un po' mi preoccupano e  intimoriscono, però una mia massima che ho estrapolato dal mio ultimo libro è: "guarire non è semplice, ma necessario", quindi cercherò di affrontare i miei demoni. Solo così potrò davvero rinascere. 

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