amici di penna. Può una storia d'amore trasformarsi in amicizia?
Alcuni affermano che l'amicizia, in quanto forma d'amore, possa sostituire una relazione. Altri, invece, affermano che l'amore per il/la partner sia differente da quello per un amico/a. Ma cos'è più giusto fare, quando due persone si lasciano?
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I love you, in Inglese, è un'espressione utilizzata sia per dire "ti amo", rivolto alla propria metà, che "ti voglio bene", per un'amica o amico. Anche la lingua riflette le sfumature dei sentimenti umani, che qualche volta possono confonderci e creare spiacevoli malintesi. I rapporti umani abbondano di confini poco chiari, passioni nascoste, con un gradiente di intensità più o meno confessabile, a seconda delle circostanze e, quindi, si fatica a definire la loro natura.
Talvolta, succede quindi che un amore finisca, e al suo posto subentri un'amicizia. Può essere una convenienza, una finzione, soprattutto per tranquillizzare eventuali figli che potrebbero soffrirne, oppure un sentimento autentico.
Possono due persone funzionare meglio come amici, anziché come coppia? Può un "ti amo" trasformarsi in un "ti voglio bene"?
Il dibattito è veramente ampio, si sono create diverse scuole di pensiero influenzate dalle esperienze, certo, ma anche dalla modalità di attaccamento. Ci sono persone che sentono talmente tanto il bisogno l'una dell'altra, che devono continuare ad avere una qualche forma di legame. Poi, vi sono quelle che, una volta dissolto l'amore (e dipende anche dal modo in cui è finito), troncano ogni rapporto.
Alcuni affermano che l'amicizia, in quanto forma d'amore, possa sostituire una relazione. Altri, invece, affermano che l'amore per il/la partner sia differente da quello per un amico/a. Ma cos'è più giusto fare, quando due persone si lasciano?
Io, che sono una scrittrice e, quindi, calata nei contesti che mi ispirano delle riflessioni, non posso non avere un'opinione sulla questione. Per quanto mi riguarda, sono assolutamente a favore della seconda opzione, ovvero quella di lasciar andare nel passato ciò che non è stato, perché altrimenti non ci sarebbe stata una rottura. E potrei fornire tre argomentazioni a sostegno:
La prima, è che se quel tipo di legame è terminato, evidentemente non era destinato a evolversi e, se non si è evoluto, non avrebbe potuto diventare nient'altro.
La seconda, è che nel caso permanga un qualsiasi contatto, è evidente che le due persone si cercano e si vogliono ancora. Quindi, accettare di trasformarla in un contentino non è la soluzione migliore, perché l'ambiguità porta solo ad altre incomprensioni (e diciamo la verità, diventare amici degli/delle ex pur di averli ancora nella propria vita è molto triste). Bisogna avere il coraggio di definirsi e, nel caso, prendere ognuno la propria strada.
La terza, secondo me, è forse l'unica buona ragione: ai nuovi fidanzati e fidanzate, nella maggior parte dei casi il fatto di continuare a sentire gli ex è motivo di irritazione e gelosia. La vedo come una mancanza di rispetto, perché può capitare che sotto la cenere siano covate ancora vecchie scintille, e basterebbe un niente per dar vita a una nuova fiamma.
Io credo che, per iniziare bene una relazione, bisogna fidarsi della persona scelta, ma diffidare assolutamente di presenze del passato, che possono mettere in atto tentativi che potrebbero andare a buon fine, proprio perché è una storia non del tutto finita.
A chiosa di questa mia tesi:
Mai essere amici degli/delle ex, soprattutto quando vogliono tenerti accanto per cercare di riconquistarti. Bisogna lasciar finire le cose che finiscono. In questo modo, ne inizieranno altre che meritiamo.
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