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Psychè. Come gestire eventuali ricadute durante la terapia

Può succedere che durante una psicoterapia i sintomi del disturbo tornino a manifestarsi. A meno che non ci sia bisogno di ritoccare la dose dei farmaci, è un'eventualità che si può fronteggiare. Spesso è la reazione della nostra mente quando scaviamo dentro il nostro dolore, ma non deve spaventarci: significa che siamo sulla strada giusta


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La psicoterapia, sia essa cognitivo comportamentale che l'analisi, è una tappa del processo di ripristino della salute mentale che può non essere così lineare e soprattutto semplice, come magari ci aspettiamo. Anzi, una terapia del genere implica non pochi ostacoli e momenti di sconforto, ma come ogni cura necessita di un periodo di rodaggio per apprezzarne i risultati. 

Ci saranno momenti in cui sfogarci ci darà sollievo, altre in cui potremmo vergognarci o sentirci in imbarazzo, altre ancora dovremmo affrontare ricordi e periodi della vita così dolorosi da sprofondare nuovamente nella depressione, nell'ansia o nel disturbo di cui siamo affetti. Tutto ciò, però, ha uno scopo. 

Molte persone rifiutano di fare le sedute per le più disparate ragioni e, come abbiamo già visto negli scorsi post della rubrica, la principale è dovuta allo stigma sociale che ne consegue. Tutti potremmo (anzi, dovremmo) effettuare queste sedute, perchè nessuno è esente da traumi, conflitti irrisolti e disturbi che magari non sappiamo essere spie di qualcosa di più grave. I palliativi non serviranno, e coloro che si rivolgono a un terapeuta o a uno psichiatra sono molto più forti di chi sceglie di ignorare la propria condizione, perchè affrontano le sofferenze per  stare bene. 

Può succedere che durante una psicoterapia i sintomi del disturbo tornino a manifestarsi. A meno che non ci sia bisogno di ritoccare la dose dei farmaci, è un'eventualità che si può fronteggiare. Spesso è la reazione della nostra mente quando scaviamo dentro il nostro dolore, ma non deve spaventarci. Significa che siamo sulla strada giusta: la guarigione. 


Cosa fare in caso di una ricaduta? 


Anzitutto, non smettere di assumere i farmaci prescritti. Forse non dovrei specificarlo, ma gli psicofarmaci non vanno mai sospesi, nè il loro dosaggio modificato di propria iniziativa. Se si ravvisa un peggioramento dei sintomi come conseguenza a ciò, bisogna consultare il proprio psichiatra. Queste medicine inducono uno stato di dipendenza nell'organismo, e quando se ne può iniziare a fare a meno bisogna diminuire gradualmente la quantità, altrimenti il paziente va incontro a delle crisi di astinenza che sono molto  pesanti. 

Se invece i disagi aumentano in seguito all'inizio di una psicoterapia, allora è tutto nella norma. Quello che stiamo facendo è un grande atto d'amore verso noi stessi, una scelta di coraggio che ci ripagherà di ogni cosa. Bisognerebbe non abbandonarsi alla sofferenza, ma neppure scacciarla, bensì accoglierla e ascoltare quello che ha da dirci, e capire cosa essa può fare per noi. 

Quando riusciremo a chiudere ogni questione dentro di noi, finalmente vivremo come desideriamo, liberi e soprattutto consapevoli del nostro valore, e schermati da tutta la sofferenza che, spesso, ci autoinfliggevamo. 

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