Amici di penna. Un anno lontano da una persona tossica: la mia rinascita

Non sono più sotto le grinfie di una narcisista. Finalmente è tutto finito. Adesso mi prendo cura di me, sto diventando una persona nuova. Sono consapevole e sto metabolizzando il dolore, attenta alla mia salute mentale, sempre grata ma, soprattutto, con la ferma intenzione di valorizzarmi e amarmi di più. Il racconto di come stia rinascendo, un anno dopo



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Da molto tempo quell'amica non mi faceva più bene. All'inizio sembrava diversa, o forse ero io a non voler vedere. Avevo bisogno di qualcuno da amare, e questo è stato molto arduo da confessare a me stessa. Ma, dopo trecentosessantacinque giorni e a mente decisamente più fredda, ho realizzato che incubo abbia vissuto per sette anni: tutte le frasi che distruggevano la mia autostima, i suoi silenzi  punitivi, le umiliazioni e le sfuriate al telefono, la svalutazione dei miei problemi a vantaggio dei suoi, le minacce di abbandonarmi ogni volta che la contraddicevo e gli abbandoni effettivi, che sono stati ben due. E io che, stupidamente, l'ho perdonata. 

Per paura di perderla, anche se ero mortificata, ho accettato due volte le sue scuse. Ciò che mi fa rabbia di me stessa, è che sono stata fisicamente male quando lei se n'è andata. Mi sono sentita debole, dipendente, una bambina indifesa. Forse è a seguito della repressione di questi sentimenti che, successivamente, l'ho respinta con tanto livore. Se ci ragiono ancora, è perché mi ha ferita nel profondo, non è facile cancellare da un giorno all'altro questo periodo della mia vita.  

Però posso affermare che dopo così tanto tempo, stia finalmente guarendo. E lo sto facendo concentrandomi esclusivamente su me stessa. Ho capito che non era mia responsabilità risolvere i suoi problemi, che non ero una pessima amica se mettevo dei confini, né una cattiva persona se osavo obiettare ciò che diceva. 

Adesso è vero, mi sono decisamente isolata e non frequento più gli ambienti culturali di una volta. So che rifuggire dalla socialità non va bene, ma non posso fare diversamente. Dopo anni della mia esistenza passati a soddisfare le necessità degli altri, adesso ho bisogno di tempo da dedicare alla mia ricostruzione, e me lo prenderò tutto. 

La nostra rottura è stata paragonabile a una lenta agonia, e ricordo ancora l'ultima frase che ebbi la forza di dirle, prima di recidere definitivamente il nostro legame tossico: Ho scelto me. Grazie a te ho capito che devo mettermi al primo posto, sempre. Questa scelta la fece tanto, tanto arrabbiare. Ciononostante, alcuni mesi dopo ebbe il coraggio di ricontattarmi, facendo finta di essere pentita e volermi ancora bene, ma in realtà voleva solo recuperare il controllo su di me. Io le servivo per la sua sopravvivenza emotiva. Per fortuna ero già abbastanza forte da rifiutarla una seconda volta. 

Non sono più sotto le grinfie di una narcisista. Finalmente è tutto finito. Adesso mi prendo cura di me, sto diventando una persona nuova. Sono consapevole e sto metabolizzando il dolore, attenta alla mia salute mentale, sempre grata ma, soprattutto, con la ferma intenzione di valorizzarmi e amarmi di più.

Non so cosa mi serberà il futuro, ma sicuramente continuerò a  lavorare su me stessa, a fare ciò che amo di più e riservare attenzioni e affetto a quelle poche persone che lo meritano, perché non mi hanno mai lasciata in alcuna circostanza. Non sono più la stessa di sette anni fa, nel bene e nel male. E ne sono orgogliosa. 



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