3/12/24

Amici di penna. Cos'è la gratitudine e perché bisognerebbe praticarla

Io non dimentico mai chi mi ha aiutato nei momenti difficili. Trovo sempre un modo per dimostrare la mia gratitudine, perché è importante per me che sia visibile. La riconoscenza è un dono prezioso che sempre più spesso non si regala, perché vediamo come dovuta la presenza di chi ci ama




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L'aiuto e l'affetto delle persone che ci amano non dovrebbe mai essere scontato. Soprattutto, dovrebbe essere uno scambio e non un lascito unilaterale. Ognuno ha la propria dignità e delle risorse che può mettere a disposizione solo per un periodo limitato, e a un numero di persone non così elevato. Ed è giusto così. 

Bisogna saper chiedere, con i dovuti modi, ma anche dare. O, perlomeno, fra persone equilibrate e senzienti funziona così. Quando una delle due persone inizia a donar(si)e a fondo perduto non è più affetto, ma un becero sfruttamento. Oggi potrebbe essere considerata la via più facile per ottenere qualcosa. Invece, la gratitudine è la moneta dal valore più grande che si possa scambiare. 

Io non dimentico mai chi mi ha aiutato nei momenti difficili. Trovo sempre un modo per dimostrare la mia gratitudine, perché è importante per me che sia visibile. La riconoscenza è un dono prezioso che sempre più spesso non si regala, perché vediamo come dovuta la presenza di chi ci ama. 

Potrebbe sembrare una contraddizione, invece ha un senso: bisogna prendersi cura e saperlo fare, con uno scambio reciproco di attenzioni, presenza e sostegno: quando pretendiamo sviliamo l'altro e noi stessi. Io credo che questa incapacità di dare sia originata da due implicazioni: la persona non ha mai ricevuto nulla, oppure ha ottenuto sempre in modo sbagliato. 

Ci sono anche momenti in cui bisogna saper mettere dei paletti, per impedire di essere prosciugati. Questo è necessario e vitale, perché è bello aiutare gli altri ma non a scapito della propria integrità. Ci vogliono delle condizioni specifiche per farlo, non bisogna abusare, soprattutto quando dentro qualcosa non funziona. Perché in quel caso, l'aiuto diventa solo un pericoloso diversivo per ignorare il proprio disagio, nella speranza che scompaia da solo. Di conseguenza, non è più un atto libero. 

Non può esistere libertà quando il dono viene imposto e quindi si trasforma in sacrificio, in violenza, richiede una rinuncia dolorosa. Bisogna essere disposti, e questo sembra un concetto scontato, ma molti non lo tengono neanche in considerazione. 

Essere riconoscenti è un modo per far capire a chi ama che i suoi sforzi, la sua cura e il suo affetto sono stati ricevuti e riconosciuti. Non c'è niente di più bello della parola grazie: abbiamo la certezza che quella parte di noi che abbiamo donato sarà ben custodita. 




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