11/13/23

Amici di penna. Sentirsi a disagio nell'essere attraenti, perché accade?

Ci sono persone che valgono tanto, ma non lo sanno. Tendono sempre a criticarsi, sabotarsi e a svalutare ogni merito. Sono talmente abituate a farlo che, nel momento in cui ricevono elogi, non sanno come reagire, oppure provano un grande disagio quando si rendono conto di essere attraenti o di trovarsi al centro dell'attenzione. Perché accade ciò?


Ph. Pixabay


Buona parte della fiducia in se stessi si acquisisce attraverso l'interazione con le altre persone, anche se non sempre le impressioni che ci rimandano sono veritiere. Alcuni, per esempio, possono convincerci che siamo totalmente incapaci a fare qualcosa, oppure che abbiamo un aspetto sgradevole. E spesso finiamo col crederci davvero. 

Questa è la vita di iper critici e perfezionisti. Sono anche quelli che hanno più paura del fallimento, di essere additati e che quindi cercano di avere sempre tutto sotto controllo. Ci sono persone che valgono tanto, ma non lo sanno. Tendono sempre a criticarsi, sabotarsi e a svalutare ogni merito. Sono talmente abituate a farlo che, nel momento in cui ricevono elogi, non sanno come reagire, oppure provano un grande disagio quando si rendono conto di essere attraenti o di trovarsi al centro dell'attenzione. 

Perché accade ciò?

L'assunto di base è che, il più delle volte, queste persone patiscono una bassa autostima. Non si sentono mai adeguate o meritevoli, ed è proprio per questo motivo che un semplice complimento le manda in confusione. Non riescono ad associare una parola buona al proprio essere, perché la loro sola colpa, se così può essere definita, è quella di splendere. La luce infastidisce chi è abituato a vivere nell'ombra degli altri, in quanto li invidia segretamente, e siccome non li possono eguagliare per la loro inettitudine, allora cercano di distruggerli.

Spesso, queste persone hanno un altro problema più subdolo, ma non meno invalidante: il senso di colpa. Credono di essere sempre  responsabili della felicità altrui, di sbagliare, di non essere all'altezza delle loro aspettative. A ben guardare, sono però gli altri a indurli in questo stato di dipendenza, proprio perché si scopre molto di sé in loro e grazie a loro. Certo, un ruolo importante gioca la fonte di queste considerazioni, se sono da ritenersi credibili o meno, ma chi ha un livello di autostima carente tenderà a considerare le parole di chiunque come oro colato. Soprattutto, delle sentenze di condanna o condizioni irreversibili. Ed è proprio questa la pericolosità. 

Il lavoro che queste persone devono fare è smettere di attivare schemi mentali per i quali il controllo è l'unico modo per placare l'ansia da prestazione, perché è oggettivamente impossibile controllare tutto (e tutti). Devono sviluppare flessibilità ai cambiamenti, e ciò può avvenire soltanto se acquisiscono quella fiducia nelle proprie potenzialità che consentirà di fronteggiare i tanto temuti imprevisti. Farlo da soli è quasi impossibile, per cui è necessario affidarsi alle cure di una figura competente, come uno psicologo o psichiatra. 


Ti interessa la Psicologia? Sei stufo/a dello stigma sociale sulla psicoterapia e di vedere denigrate le persone che sono in cura? Da novembre è in arrivo Psychè, per cominciare a combattere i pregiudizi.  



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