10/30/23

Boo[k]! Speciale Messico: El día de los muertos

Benvenuti e benvenute al primo appuntamento di questo speciale di Halloween dedicato al Messico. Come molti sapranno, questo Paese ha una concezione particolare della Morte, e Lagraziadeilibri vi accompagnerà in un viaggio che vi farà scoprire alcune fra le sue tradizioni più famose, sacre e profane. Cominciamo! 


Ph. Pixabay





El día de los muertos, da noi Giorno dei Morti (no, non si tratta della versione messicana di Halloween) è una festività più antica di quella cristiana, che risente dell'influenza pre-ispanica con elementi apportati da Maya e Aztechi. Secondo queste civiltà, l'ordine cosmico si basava sull'alternanza tra morte e vita. 


Le giornate dedicate ai morti in Messico sono molteplici. A ciascuna si rende omaggio ai propri cari deceduti in circostanze diverse: il 28 ottobre è per coloro che hanno perso la vita per una morte violenta, il 29 per morti per annegamento, il 30 è per tutte le anime sole e dimenticate. Il 31 è il giorno per i cosiddetti angelitos, ovvero quei bambini che non sono mai venuti al mondo oppure morti senza aver ricevuto il battesimo, insieme agli altri bambini. Il primo e il secondo giorno di novembre, invece, i messicani festeggiano il ritorno delle anime sulla Terra: per loro sono giorni di allegria, musica e balli. Per circa due giorni, i loro parenti e amici tornano a trovarli. 

Per fare in modo che durante il percorso per tornare nel Mondo dei Vivi le anime non si smarriscano, esistono delle guide molto speciali: i profumatissimi chempasùchitl, dei fiori gialli o arancioni che, con il loro potente effluvio, le conducono a destinazione. 

Nell'attesa, i vivi preparano un ricco e grande altare, chiamato altar de muertos, dove sistemano le foto dei defunti, segno che nessuno li ha dimenticati. Qui vengono inoltre lasciati dei doni, chiamati ofrendas, che di solito sono cibi o bevande a loro più graditi. Le offerte più comuni sono sigari, cioccolato e altri dolci, tamales, Tequila e diversi tipi di alcolici. Altri cibi della tradizione messicana sono il pan de muertos, un pane ricoperto di bastoncini di zucchero che imitano le ossa e spruzzato con un'aroma di arancia e i calaveras, teschi di zucchero. A fine giornata questi alimenti avranno perso il loro sapore, perchè saranno stati consumati dalle anime. 

Si montano anche i papel piquado, dei rettangoli di carta intagliata che sono portafortuna e dei quali ogni colore ha un preciso significato: il viola e il giallo, per esempio, rappresentano la dualità della vita e della morte. Dopo la festa non è raro vedere famiglie che trascorrono la giornata al cimitero, decorando le lapidi dei trapassati e consumando pasti, come in una sorta di picnic. 

Non mancano trucchi e acconciature pensati appositamente per questi giorni. Si tratta di un personaggio femminile, ma ne esiste anche una versione maschile: la famosissima Calavera Catrina, una litografia creata dall'artista messicano José Guadalupe Posada e che è diventata l'emblema di questa ricorrenza nel mondo. Si tratta di uno scheletro di donna che inizialmente veniva dipinto con eleganti cappelli. Secondo l'artista, rappresentava in maniera satirica quei nativi che si erano avvicinati ai costumi aristocratici europei pre-rivoluzionari. Oggi, diventata l'emblema più riconosciuto nel mondo di questa ricorrenza, viene decorata con fiori, gioielli sontuosi e vesti variopinte.

La prima parte di questo format è terminata, ma vi aspetto domani con il secondo appuntamento dedicato a un'altra figura del folklore messicano: la Llorona. 

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