Amici di penna. Cos'è (e cosa non è) la libertà oggi?
Senza retoriche e senza sermoneggiare, mi piacerebbe affrontare un argomento che al giorno d'oggi credo sia decisamente attuale: cos'è la libertà? Ognuno di noi darà una spiegazione personale, ma le definizioni sono sempre piuttosto vaghe. E per voi, cosa vuol dire essere liberi?
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Alla luce di ciò che oggi sta accadendo nel mondo, credo sia necessario rivedere alcuni concetti che sembravano assimilati e interiorizzati da anni, ma è chiaro che la storia con i suoi drammi non abbia insegnato niente. Ne sono una prova eventi delittuosi, guerre, manifestazioni d'odio in generale, e forse molto altro che ora non mi sovviene, ma che sicuramente sarebbe degno di menzione.
Senza retoriche e senza sermoneggiare, mi piacerebbe affrontare un argomento che al giorno d'oggi credo sia decisamente attuale: cos'è la libertà?
La matrice che genera i comportamenti di ognuno, o anche il fine ultimo verso cui tende l'umanità per evolversi (o almeno, chi ne comprende l'importanza), è quella della libertà. Questo concetto sembra essere vasto, dai contorni sfumati e quindi molti pensano che vi possa rientrare una gran quantità di casi, ma in realtà, secondo me, è tutt'altra cosa. Libertà -essere liberi, nella fattispecie- non è apertura totale, bensì segnare dei confini precisi.
Perchè devo tracciare dei limiti alla mia libertà?
I tempi sono cambiati, come pure la sensibilità e la percezione di cosa sia sbagliato e cosa non lo è, e magari ciò che una volta potevi sentirti libero di dire o fare, ora è considerato inopportuno, o addirittura esecrabile. A molti sembra che porre dei limiti sia sbagliato, che non si possa vedere il marcio in qualunque cosa, ma invece è la decisione più giusta da prendere.
Nessuno può sentirsi libero di negare la libertà di una persona perseguitandola o minacciandola, per ottenere quello che vuole. Nessuno può prendersi la libertà di insultare qualcuno o emarginarlo per caratteristiche fisiche, orientamento sessuale, nazionalità, e nessuno può ritenere un suo diritto la libertà di giudicare o criticare chiunque per una scelta di vita o delle preferenze difformi dal resto della società. Alla base vi è la facoltà di esercitare il libero arbitrio, ma entro certi limiti che servono a proteggere il benessere delle altre persone, che è importante esattamente quanto il proprio.
Nella dinamica dei rapporti interpersonali, ma ragionando in una dimensione più macro, in quelli commerciali o internazionali, stabilire dei confini tra se stessi e gli altri è fondamentale, perchè bisogna far capire in maniera efficace cosa è possibile dire o fare, e cosa no. In tal senso, è importantissimo il valore del consenso.
Se te lo permetto, lo fai. altrimenti no
Una persona non deve sentirsi autorizzata a dire o fare qualcosa senza l'esplicito consenso dell'altro, non può esercitare la sua libertà dove l'altro ha imposto una regola o tracciato una delimitazione. E qui si spiega il famoso leit motiv "la mia libertà finisce dove inizia la tua". Il consenso era un salvacondotto che prima era ritenuto scontato, oppure mistificato e anche inventato, in certi frangenti, ma adesso, con il risveglio di una certa coscienza sociale (che esula dalle rivendicazioni femministe), è posto alla base di qualunque rapporto. Sessuale o meno.
Oggi, viene confuso per pedanteria, quasi un capriccio, e invece è un gesto di educazione sentimentale che qualifica da subito chi lo chiede, e mette in sicurezza chi lo riceve.
E quindi, liberi tutti.
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