7/03/23

Amici di penna. Ma esiste davvero l'istinto materno?

Secondo i luoghi comuni è impossibile che una donna non metta al mondo figli e, quando lo fa, scatta immediatamente il famoso e sacro istinto materno. Le madri sono considerate delle super eroine dotate di intuito, protezione e propensione naturale alla cura. Ma è davvero così? Esiste davvero questa pulsione? E se sì, perchè sempre più donne decidono di non procreare? 


Ph. Pixabay




"Vedrai, quando troverai l'uomo giusto ti verrà la voglia di farci un figlio", "Come faccio a saperlo? Istinto materno". Quante volte ho sentito queste frasi, sia rivolte a me che in qualsiasi conversazione, persino nei film. 
Secondo la saggezza popolare (che spesso porta più danni che benefici) la donna è stata creata per mettere al mondo figli e, quel che è peggio, deve essere rispettata non in quanto persona, ma per la sua missione di generatrice e protettrice.
Sempre secondo quanto la vox populi afferma, le donne (tutte) possiedono istinto materno. Ma che cos'è?
Dovrebbe essere una pulsione innata (anche l'innatismo fa tantissimi danni quado si parla di stereotipi di genere) che scatta in ogni donna quando, dopo aver trascorso nove mesi di nausee, mal di schiena e gambe gonfie e poi ore di travaglio con dolori atroci, vede il suo bambino. 
Narrazione romantica, idilliaca e assolutamente falsa. Se non per tutte, sicuramente per molte. 
Perchè non esiste alcun istinto. Non esistono le mamme geneticamente programmate, nè donne che si immolano e sacrificano a cuor leggero qualunque altra opportunità che hanno (ad esempio, continuare a lavorare). L'essere umano è un essere vivente dotato di raziocinio e, dunque, è l'unico in natura che può scegliere, in maniera consapevole, il modo di agire. 
Le chiavi per far girare la propria vita si chiamano scelta e priorità. Tutto il resto sono solo stereotipi di genere che ci inculcano a forza dentro la testa fin dall'infanzia. Detta in volgata, si tratta solo di un desiderio indotto, di un'abile strategia di marketing familiare per una fantomatica continuazione della specie
In questo post, nello specifico, parlerò delle donne che scelgono di non mettere la mondo prole, senza giudizi di valore su chi decide di averne. 
Se io ritengo che per me siano più importanti carriera e realizzazione personale, nessuno deve arrogarsi il diritto di sentenziare, o provare a farmi cambiare idea. Soprattutto un partner. A mio avviso sono due posizioni inconciliabili, che possono essere senz'altro motivo di separazione. Io non posso impedirti di realizzare il tuo desiderio, naturalmente, ma al contempo tu non puoi costringermi a prendere una decisione che non voglio. Evidentemente, non potremmo essere mai una coppia. 
In tutta franchezza, non mi spaventa neanche lo spauracchio dell'orologio biologico che prima o poi si fermerà. Non mi dispero all'idea che, quando non avrò più le mestruazioni, svanirà ogni possibilità di essere madre, anzi la vedo come la liberazione da un fastidio che gli uomini non potranno mai comprendere. Ma, anche se potessero, sottovaluterebbero. Sarebbe come dirmi che una squadra di calcio ha vinto una coppa: mi è assolutamente indifferente. 
E ammetto anche un'altra cosa: le motivazioni per le quali ho preso questa decisione, sono esclusivamente egoistiche. Da quando avevo quindici anni, la voglia di averne uno non mi è mai venuta, nè con uomini ( giammai!) nè con donne.
Non ho mai avvertito un vero trasporto per i bambini, non sono disposta a rischiare la mia salute e il mio corpo per un parto, non mi sento adatta a educare e amare un figlio, perchè ho tantissime lacune e insicurezze dentro di me, quasi avrei bisogno io per prima di essere educata ad amare me stessa. 
Non mi sono mai interessate le critiche, perchè decido io cosa farne del mio utero e della mia vita. Alcuni maligni, a sentire le mie ragioni, mi hanno anche risposto: "se la pensi così, allora effettivamente è meglio che non ti riproduca!" e va bene anche questo. Io non sono perfetta, ma nemmeno loro. 
La differenza è che io ne sono consapevole. 


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