6/08/23

Letteral_mente: Le mille strade per Buenos Aires, Valeria Provenzano -recensione-

Questo libro mi è capitato fra le mani durante una capatina in libreria, anche se quel giorno non era previsto shopping. Quando ho letto la quarta e ho scoperto la storia di Rosario, ho deciso che doveva essere mia. Ho bisogno di storie di donne coraggiose come lei, che sono riuscite a ricostruire  una vita nonostante un passato di abbandono, incomprensioni e ferite profonde che spesso non si possono curare, ma solo attendere che si trasformino in cicatrici. Lagraziadeilibri vi racconta "Le mille strade per Buenos Aires", di Valeria Provenzano





Descrizione


San Juan. «Ormai sei grande. Sei forte e non hai paura di niente.» Sono queste le ultime parole che la dodicenne Rosario sente pronunciare da sua madre prima di salire su una macchina che la porta per sempre lontano da casa. Arrivata alla fattoria, Rosario riceve un nuovo nome, perché, a sua insaputa, è stata venduta dalla famiglia, costretta dalla povertà, a una coppia che ha bisogno di manovalanza. Da quel momento non fa che lavorare seguendo il ciclo del sole che sorge e che tramonta. Di notte, però, Rosario cerca di mantenere viva la fiamma del ricordo dei genitori e dei fratelli. Una fiamma sempre più labile che è però vitale per lei, per non sentire la solitudine. Fino al giorno in cui un terribile terremoto sconvolge il suo destino. Rosario riesce a fuggire dalla fattoria, ma non è più sola: aspetta una bambina, anche se l'uomo che ama non vuole seguirla. Nella testa ha un solo desiderio: ritornare a casa. Ma quello che vi trova è un altro rifiuto. Un altro abbandono. Questa volta perché è incinta e senza un marito. Così Rosario capisce di poter contare solo su sé stessa, che lei e sua figlia sono l'unica cosa davvero importante. Parte per Buenos Aires dove, tra relazioni appassionate che le riempiono o le spezzano il cuore e l'amore incondizionato per i figli che la fanno sentire viva, Rosario combatte e si adatta, sempre in cerca del coraggio che sua madre le ha sussurrato all'orecchio quel giorno. Perché se una parte di lei è fiera dell'indipendenza conquistata, un'altra piccola parte è ancora la ragazzina che si sente rifiutata da chi avrebbe dovuto amarla. La storia di un abbandono e di una fuga. La storia di un rifiuto e di una rinascita. La storia di un ritorno e di un'accettazione. La storia di una donna respinta e di una madre senza paura.


Recensione 



Ogni donna vorrebbe la forza d'animo di Rosario, me compresa. E credo che ognuna di noi la possieda. Saranno le circostanze a fare in modo che venga fuori, con tutto il dolore che ne consegue. 

Rosario ha dovuto affrontare e superare la solitudine, l'angoscia e la paura di non essere amata. La convinzione di essere sbagliata si insinua in lei quando viene venduta  presso una coppia che necessita di manovalanza per la fattoria.
 
Interessante e toccante è la sua crisi d'identità nel momento in cui le viene assegnato il nome di Judith, e questo particolare mi ha portato alla memoria un parallelismo con gli schiavi neri d'America. Tentano di affibiarle un'altra vita, un'altra storia. Inizia così a cedere alla rassegnazione per il suo destino, permettendo a quella sconosciuta di entrare nella sua mente fagocitando i suoi ricordi, alienandola durante le pesanti giornate di lavoro. 

Per fortuna, esattamente come i lavoratori dei campi di cotone, riesce a riappropriarsi di se stessa, l'unica persona che non deve abbandonare mai. Rosario è prima una bambina, poi una ragazza e infine una donna che ha cercato sempre di contare solo su se stessa, ha accolto le sue fragilità, i sensi di colpa e i rimorsi e li ha portati con sè in ogni suo viaggio, alla ricerca di una pace che, alla fine, riesce a trovare sempre e solo nel suo cuore. 

Buenos Aires è la città che assurge a simbolo di questa sua incessante ricerca di luce, riconciliazione con i suoi fratelli, con il suo mondo, che sigla la pace con il suo passato di tristezza, ma anche perdono. Rosario riesce a trovare senso alla sua (r)esistenza quando perdona la disperazione dei suoi genitori, la vigliaccheria del suo primo amore Ivri, i tradimenti di Raùl e non per debolezza, bensì per smettere la sofferenza. 

Storia ben scritta, una penna ben calibrata con un lessico immediato e intrecci (anche temporali) molto ben strutturati. I personaggi hanno caratteri molto definiti  e una psicologia profonda e complessa. Ciò fa in modo che non si eclissino dietro la protagonista, che è l'essenza stessa della storia, ma la accompagnino. Una narrazione fluida, che denota lo studio approfondito della tecnica appresa alla Scuola Holden

Se consiglio questo libro? Naturalmente, sì! 

Voto 8.5

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