Amici di penna. Intervista a me stessa: meet Grazia De Gennaro

Sono una persona che riflette molto su se stessa e sul modo in cui interagisce con l'ambiente circostante. Molto raramente mi confido o esterno i miei stati d'animo più profondi e i miei pensieri. Di solito sono sempre io che faccio le domande ma ho pensato, per la prima volta, di girare il microfono dalla mia parte. Grazia De Gennaro, content creator de Lagraziadeilibri, si racconta per voi


Ph. Pixabay




Una domanda che sicuramente ti fanno spesso, ma probabilmente in modo distratto, e che ha una risposta aperta: come stai? 

La mia vita in questo momento, forse da un po' troppo tempo, è in una fase di stallo. Le mie giornate, che cerco di riempire in ogni modo per non essere travolta dai cattivi pensieri, quando le assaggio al mattino hanno sempre un retrogusto amaro: hanno il sapore di sogni infranti, speranze mal riposte e delusioni di ogni sorta. Quando non riesco a togliermelo da bocca, mi prende spesso la nausea di questa vita, ma invece di rigettare trattengo tutto dentro. 
Tu conosci già la risposta, ma se proprio devo essere sincera ti dico che sono in modalità sopravvivenza. E lo so che cerchi di nasconderlo, di fartelo scivolare da dosso, ma la verità è che esisti solo perchè respiri. Il tuo è un estremo tentativo di proteggerti. 

Quindi, quali sono le circostanze che ti portano a pensare tutto ciò? 

Semplicemente sono stanca di lottare. Ho come l'impressione che qualsiasi mio sforzo per raggiungere un obiettivo non serva a niente. Certe volte mi sento davvero un fallimento, credevo che chissà cosa sarei potuta diventare. Lo pensavo durante le giornate passate a sognare a occhi aperti, tra una lezione e l'altra all'università, e tutti i sacrifici e le rinunce, il mio impegno teso per anni alla realizzazione di me stessa che non è mai arrivata. Ero sempre sul punto di, a pochi passi, e poi tutto svaniva. Ho come l'impressione che abbia perso tempo, e soprattutto di non averne più. Ho già 35 anni, ed è tardi per iniziare o finire qualsiasi attività. 

Chi volevi diventare? Quali erano i tuoi progetti di vita? 

A differenza di molti miei coetanei, che non avevano idea di come sarebbe andata la loro esistenza, io avevo tutto chiaro: volevo scrivere. Da quando ero piccola non desidero fare altro che raccontare, creare, emozionare. Sono ancora convinta di essere nata per questo, ed è forse l'unico pensiero felice che mi abbia impedito di finire davvero nel baratro. Alla scrittura devo tutto, anche la mia stessa vita. Per far fruttare le mie capacità ho anche deciso di diventare una giornalista, e ho scoperto che mi piace davvero tanto, ma ahimè anche in questo ambito ho subito una battuta d'arresto. 

Qual è, secondo te, l'evento che ha inciso maggiormente sulla tua autostima e sulla tua capacità di guardare al futuro? 

Non c'è un evento preciso che ha segnato la mia crescita, direi che piuttosto è stata una concatenazione di decisioni sbagliate, anche se prese con le migliori intenzioni, errori a monte, occasioni sprecate a causa della mia insicurezza cronica, e una congiuntura storica veramente molto nefasta, ovvero quella del Covid, con tutte le ricadute su economia e lavoro. Aggiungerei anche il fatto di essere una donna, cosa che mi penalizza molto sul fronte professionale. Ipotizzare che il mio genere sia in parte responsabile del mio fallimento come persona, per me è davvero deprimente. 

Se potessi tornare indietro, cosa porteresti via con te e cosa lasceresti andare? 

Porterei via con me la spensieratezza, quei ricordi che si sono trasformati in rimpianti perchè non mi rendevo conto che stessi vivendo la mia felicità. Lascerei andare, invece, quegli incontri sbagliati con persone che mi consideravano una miniera emotiva da sfruttare, quelle parole che mi hanno colpito dentro come delle pietre, quei silenzi di attesa ingiusta, quelle punizioni immeritate, tutte le volte che ho dovuto abbassare la testa e cedere ai ricatti emotivi, e tutto il dolore per non essere stata amata, nonostante mi fossi donata fino all'ultima cellula. 

Alla luce della tua esperienza di vita, cosa ti ha più cambiata? Come sei diventata oggi? 

Oggi, dopo tutto quello che ho dovuto passare, sto prendendo sempre più coscienza del fatto che debba mettermi al primo posto e smettere di essere onnipresente per tutti, e sacrificarmi per chi non lo merita. Si tratta di un percorso molto lungo e impegnativo, perchè quando sei abituata a svalutarti o a essere severa con te stessa è difficile rivolgerti delle parole gentili o essere indulgente. Lo sai, vero, che più sei buona con gli altri e più sei cattiva con te stessa? Oggi sono sicuramente più diffidente nei confronti degli altri, più chiusa, e purtroppo più evitante. Ho questa tendenza a svicolarmi da situazioni in cui non sono sicura al 200% di riuscire. Ciò deriva da un'assurda mania del controllo che ho su me stessa e su quel che mi accade, e dal fatto che non mi permetto alcun margine di errore. 

Proseguendo con questa lucida e un po' feroce analisi, qual è la cosa più bella che ti sia capitata negli ultimi anni? 

So a cosa ti riferisici, e sai anche che non posso rispondere in maniera spassionata come vorrei. Credo, però, che la frase dello psicologo Carl Gustav Jung ti possa aiutare: quello che neghi ti sottomette, quello che accetti ti trasforma. 
Ho compiuto un cammino interiore verso una nuova consapevolezza, un aspetto che non riuscivo ad accettare e mi impediva di essere veramente me stessa. Nel momento in cui ho smesso di tormentarmi e nascondermi sono cambiata. Sono più felice. Il mio orgoglio più grande è averlo fatto da sola. 

Per concludere: che cosa dovrebbe accadere nella tua vita per farti essere di nuovo felice? 


Dal momento che nella mia vita ho sempre cercato di arrivare ai traguardi con l'uso delle mie sole risorse, non sarebbe male una buona dose di fortuna. O meglio, secondo Seneca, quel momento in cui il talento incontra l'occasione. Credo mi manchino delle vere occasioni, quelle piccole spinte che mi consentirebbero, per una volta, di mettermi in luce e ricompensare la mia buona volontà. Se ho talento non lo so, ma credo che le occasioni servano anche a questo, non pensi? 

Abbiamo finito. Devo dire che ora mi sento meglio. Ti ringrazio per essere stata sincera con me. 

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