5/11/23

Letteral_mente: Bagherìa, Dacia Maraini -recensione

Con questo libro, Dacia Maraini porta il lettore alla scoperta della sua terra d'origine: Bagherìa, in Sicilia. Dopo essere stata internata due anni in un campo di concentramento giapponese, la scrittrice soggiorna nella sontuosa Villa Valguernera, proprietà della famiglia materna di nobile lignaggio. Lì ripercorre la storia della sua famiglia attraverso gli occhi di una bambina qual era, svelandone i segreti 




Descrizione 


"Bagheria" è un racconto affidato alla memoria. L'autrice, bambina, arriva in Sicilia dopo aver trascorso due anni in un campo di concentramento giapponese. Con infantile intensità vive la scoperta delle proprie origini, della nobile famiglia materna, così radicata in quel paesaggio fatto di palazzi baronali e case che sembrano reggersi una all'altra. Nell'omertà delle pareti domestiche si consumano rapporti tortuosi, dove il prezzo da pagare ricade sempre sulle donne, sacrificate alla "legge" dell'onore in una società che tutto sa, ma finge di non vedere.

Recensione 


Non avevo mai letto un libro della Maraini, ma sono stata incuriosita dal titolo, che mi ricordava molto il film Baaria di Tornatore. In effetti, ha diverse similitudini perchè anche questo si svolge sul suolo siciliano e lo racconta. Lo scopo principale di questo romanzo, che scorre come un flusso alimentato dai ricordi, è proprio quello di narrare uno stralcio di vita vissuta, dopo essere uscita da due anni di prigionia in un campo di concentramento in Giappone. 

Attraverso le testimonianze di diversi personaggi, come Girgenti (scrittore di storia) Bice Pasqualino (amica d'infanzia della Maraini), Antonio Maraini (nonno), la zia Saretta, che non la vedeva di buon occhio e desiderava si allontanasse, nonna Sonia, che aveva tentato di realizzare in ogni modo il sogno di diventare cantante lirica, ma fu osteggiata dalla famiglia, Enrico Alliata, nonno che amava profondamente le sue nipoti e Topazia, madre della scrittrice, ricostruisce le vicende della famiglia. 
Dentro il sontuoso palazzo di Villa Valguernera, proprietà della parte materna che vantava nobli origini, salotti dal gusto barocco e anticihi cimeli, i suoi occhi di bambina scoprono segreti celati, Tutto si svolge sullo sfondo di una città dal sangue arabo, con la sua natura lussureggiante, le cui scene sono ricostruite attraverso foto e testimonianze orali degli altri protagonisti. 

Immediatamente, si crea una discrepanza fra le abitudini sviluppate per bisogno e necessità durante la sua prigionia, e risente ancora dei traumi causati dalle bombe, che le impediscono di vivere una quotidianità serena. Il confronto con una Sicilia ancora arretrata, ma tutto sommato vivibile, è uno dei tanti punti svelati nella narrazione, come pure le limitazioni imposte dai familiari per arginare la povertà e, addirittura, il racconto di una molestia sessuale subita dalla Maraini  all'età di dieci anni da un marine. 

Un'opera corale dal linguaggio molto forbito, a tratti un po' ampolloso e complesso, ma che rende appieno le descrizioni, le tradizioni e gli usi raccolti attraverso il libro storico scritto dalla zia Felicita e quelli di Girgenti 

Se consiglio questo libro? 
Certo, purchè non abbiate difficoltà con i linguaggi elaborati. 

Voto: 71/2

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