5/15/23

Amici di penna. I giovani, creatori di ponti fra le culture e le lingue del mondo

Con la loro intraprendenza, la voglia di proiettarsi al futuro e le capacità in vari settori, i giovani rappresentano delle grandi risorse per il mondo. La peculiarità che mi ha sempre affascinato è questa voglia di creare sinergia, indipendentemente dalla cultura o lingua di appartenenza. Chi sono i giovani di oggi?


Ph. Pixabay

Con l' aumento della scolarizzazione, e quindi la moltiplicazione delle skills (competenze) dei giovani, è aumentata anche la loro intraprendenza e voglia di conoscere il mondo. 
Oggi, sempre più giovani preferiscono i viaggi e l'avventura, laddove vi siano le possibilità economiche, e di riflesso mutano le professioni, sempre più dinamiche, flessibili e, ahimè, precarie.  
Difatti, la condizione disastrosa del mercato del lavoro ha  come diretta conseguenza la fuga dei cervelli all'Estero e una forte emorraggia di risorse per il nostro Paese.  
I giovani, per definizione proiettati verso l'orizzonte più luminoso della loro esistenza, prendono spesso il coraggio a quattro mani e volano dall'altra parte del mondo, anche se non tutti sono capaci di fare questa scelta (nemmeno di spostarsi da Sud a Nord). Sono costretti a riprogrammare la loro vita oltre i confini nazionali se vogliono realizzarsi, ed è una cosa davvero triste. 
Ma ciò che mi intristisce ulteriormente, è che trovino una sicurezza così granitica da pensare che, dopotutto, sradicarsi ne è valsa la pena, e talvolta non ritornano mai più indietro. 
Dopo aver analizzato il risvolto più penoso di questa situazione, direi di focalizzare l'attenzione su un elemento positivo, ovvero il fatto che, con questo movimento di idee e persone, vi è un aumento della creatività e di capitale umano a livello globale. Un o una giovane, se non è oberato/a dalle preoccupazioni e dall'ansia per un futuro che non vede,  possiede  una propulsione innata a costruire ponti fra le culture del mondo, travalicando anche le barriere  linguistiche e sviluppando empatia. Questa è una forte spinta che ho sempre avuto anch'io. 
Sono stata sempre molto curiosa, mi piace scoprire nuovi paesi, usanze, e ho una certa predisposizione anche verso le lingue. Infatti, se potessi tornare a studiare (soprattutto per mio bagaglio di conoscenza personale), mi dedicherei sicuramente a questa disciplina, dopo la letteratura. In parte, la scrittura mi permette di fare ciò documentandomi sui vari territori che scelgo per ambientare le mie storie, un modo per compensare la mia mancanza di indipendenza (ebbene, faccio parte della schiera degli ormai famosi Neet). Ho sempre amato documentari, articoli e libri sulle meraviglie del globo, Italia compresa. 
Senza alcuna retorica, credo che simili risorse potrebbero fare soltanto del bene a una società dove apparentemente si garantiscono lavoro e stabilità per tutti, ma a ben guardare le condizioni reali sono talmente improponibili e vergognose da far appassire qualunque sogno o aspettativa. Senza contare che si passa la vita a investire sulla propria formazione e, particolare che ormai il mercato del lavoro ignora bellamente, a seguire le proprie inclinazioni. 
Esso è infatti diventato monotematico: c'è un'altissima domanda  solo in alcuni segmenti, a scapito di altri ugualmente importanti per diversificare l'offerta e permettere anche ad altre figure professionali di rimpinguare l'economia. Inoltre, il paradosso è che si pretendono competenze molto specifiche ma senza alcuna intenzione di inquadrarle secondo i crismi dei CCNL delle categorie. 
Concludo questo post con una riflessione un po' amara: non lamentatevi che i giovani stanno scomparendo (anche perchè siamo a crescita zero), perchè è semplicemente un estremo rimedio alla mancanza di investimento su di loro. Piuttosto che preoccuparsi di fare più figli alla maniera fascista, non sarebbero meglio nuove garanzie e tutele? Che senso ha per i giovani rimanere in un paese in cui devono costruire zattere di salvataggio,  anziché ponti?

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