4/24/23

Amici di penna. Sentirsi bene dopo una rottura: perchè accade?

A quanti di voi è capitato di sentirsi bene dopo aver troncato un rapporto importante, per il quale credevate vi sareste strappati i capelli, e quindi avete fatto di tutto per evitarlo? Vi sentite in colpa perchè non state soffrendo, oppure vi siete sorpresi felici della vostra scelta? Non è così strano come può sembrare, e vi spiego perchè 


Ph. Pixabay





Sembravate inseparabili, tutti vi conoscevano come una coppia (di amici e non) inossidabile. Avevate sviluppato persino un codice di comunicazione tutto vostro, eravate l'uno dipendente dall'altro, ma alla fine è finita. Uno dei vostri tanti litigi alla fine vi ha allontanati definitivamente. Ognuno, scindendosi, si è riappropriato della sua personalità, e ha dovuto imparare a vivere come organismo a sè stante. 
Avevate cercato di evitare il più possibile questa eventualità abbozzando, glissando, giustificando e persino sopportando, ma poi è accaduto e, riflettendoci, siete giunti alla conclusione che sarebbe stato inevitabile. 
Ma. Una congiunzione continuativa che dà una svolta alla vostra narrazione emotiva: non siete distrutti, come credevate di essere immaginando scenari catastrofici della vostra separazione, non avete pianto o provato dolore, anzi vi sentite stranamente sereni. Liberi. 
Le possibilità in questi casi sono due: o vi sentite in colpa perchè non state soffrendo, quidi credete di non aver dato la sufficiente importanza al legame (probabilmente, siete anche voi quelli che avete dato di più dell'altro), oppure non vi pentite di essere pienamente in pace con voi stessi (che è la cosa più importante di tutte). 
Perchè? 
Nulla di più semplice: la risposta è già dentro di noi (mi faccio coinvolgere anch'io). Qualcosa si era già spezzato da diverso tempo, i malumori che serpeggiavano venivano puntualmente ignorati per non dover affrontare il momento del distacco, ma hanno iniziato a ingigantirsi al punto da diventare incontenibili. Ecco perchè era inevitabile: una volta colmata la misura, bisogna svuotarsi. Ecco perchè la rottura è stata quasi indolore: non vediamo più l'altra persona allo stesso modo, la frustrazione e le sofferenze patite ci hanno obbligato a ridimensionare il valore attribuitole. Riconosciamo tutti i suoi difetti e smettiamo di giustificarla, e in un certo senso decidiamo anche l'atteggiamento nei suoi riguardi. 
La rabbia intensa ed esplosiva della prima fase, quella in cui avvertiamo l'urgenza di liberarci, lascia presto spazio a una tiepida indifferenza. Addirittura, analizziamo lucidamente la sua funzione nella nostra vita, e assimiliamo la lezione che ci ha insegnato. 
Così cresciamo, ci arricchiamo di esperienza e, se davvero abbiamo imparato, la prossima volta saremo più guardinghi nel valutare chi desidera avvicinarsi, o se pensiamo di fare noi il primo passo. 
Una mia considerazione personale: ci vogliono molta forza e consapevolezza per affrontare  una rottura in maniera matura, e forse bisognerà sprofondare tante volte prima di riuscire a cavalcare l'onda del dolore. Quando finalmente capisci che niente e nessuno è più importante di te, che non vale la pena immolarsi, non è solo tua responsabilità far andare avanti un rapporto. Oltretutto, non deve andare avanti a ogni costo, e allora potremo lasciar andare. Finalmente.  

Nessun commento:

Posta un commento

Ti piace il mio blog? Seguimi anche su Facebook https://www.facebook.com/GraziaDeg87

Amici di penna: perchè lo scrittore non viene mai preso sul serio?

Nonostante molti non ci prendano sul serio, scrivere per noi è un lavoro. Il fatto che proprio nella patria di Dante Alighieri e altri illus...