Amici di penna. Spiritualità e religione, due aspetti che possono scindersi?
Oramai sono note le mie posizioni avverse alle religioni, ma pochi sanno che io mi sento ugualmente spirituale. La spiritualità è un aspetto che può essere coltivato senza essere religiosi, perchè esistono delle differenze tra queste due correnti, e ve ne parlerò
Se pubblicamente la religione riveste un ruolo di collante sociale, quindi ha il compito di rinforzare gerarchie e regole tacite, sul versante privato si afferma sempre più una spiritualità che si àncora a valori considerati ormai fondamentali, come la felicità, l'affermazione personale, benessere fisico e mentale ec.
Durante le mie lezioni di Sociologia, materia che ahimè viene considerata inutile per i datori di lavoro, ma sicuramente molto più funzionale dei corsi di Teologia, ho imparato che la società odierna sta andando incontro a un processo di secolarizzazione, ovvero un progressivo distacco dai valori e norme religiosi a vantaggio del materialismo.
Non so quante persone si trovino nella mia condizione, ma io non sono mai stata una grande credente, non lo ero neanche da piccola. I gesti, le liturgie, ma anche il sistema di credenze, che spesso al Sud vengono seguiti come fossero prescrizioni mediche, o peggio si imbastardiscono con rituali magici che arrivano alla superstizione e addirittura alla blasfemia, erano ripetuti da me senza capirne il reale significato. Come la maggior parte delle persone, che reagisce alla stregua di greggi di capre.
Solo all'università ho potuto ragionare meglio sul significato della religione ed esplorare questi lidi ancora sconosciuti dentro di me. Mi sono accorta che mi trovavo d'accordo con i padri fondatori della Sociologia, per tradizione atei materialisti, ma poi ho anche compreso che ridurre tutto alla formula "polvere sei, e polvere ritornerai" non mi rispecchiava in pieno. Sentivo di essere più profonda di così.
Così, sono giunta alla conclusione di non essere affatto religiosa, ma di essere decisamente più spirituale di un ateo. Sono spirituale, ma non credulona. Credo che alcuni eventi, fatti e persone siano connessi fra loro e si manifestino in determinati momenti; forse quelli giusti per noi. Non credo alle coincidenze, ma sono abbastanza razionale da cercare prove, spiegazioni tangibili e visibili.
Credo che alcune persone o luoghi della nostra vita non ci lasceranno mai, che in qualche modo ritornino sotto altre forme che sta a noi identificare. Non credo nell'abbandono assoluto a un'entità, nel seguire pedissequamente liturgie, assimilare qualunque dogma, perchè spesso ciò porta all'ignoranza e al bigottismo.
Mi pongo a metà strada fra l'ateismo materiale e quello spirituale. Non mi sento religiosa, e ho impiegato un po' per capirlo, ma credo in un Universo che non imbriglia e anzi, plasma tutto intorno a noi e ci conserva, anche in una dimensione ultraterrena, creando un passaggio con il mondo dei sensi.
I miei studi mi hanno portato a comprendere il fatto che un essere umano è sempre portato a credere, in misura maggiore o minore, a qualcosa di se non divino, almeno di elevato rispetto alla sua natura.
Non ho la necessità di proclamarmi seguace di una particolare corrente ascetica o materialistica, ma riesco a bilanciare bene i due lati e credo sia una cosa che un po' tutti dovrebbero fare. Perchè non riesco a pensare che dopo la morte non ci sia nient'altro, ma sono profondamente contraria all'obbedienza cieca e settaria.
Ogni umano o umana deve essere libero/a.
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