7/18/22

Amici di penna. Perdonare, mettersi nei panni degli altri, e soffrire ugualmente

Si dice che il perdono sia più importante per chi lo dà e non solo per chi lo riceve, ma è veramente così? Quante volte avete perdonato, e mai dimenticato? E quanto risentimento si può covare verso la persona che ci ha ferito? L'argomento di questa settimana è la capacita di perdonare: voi l'avete? 





Perdonare non è un atto semplice, e spesso non proviene nemmeno direttamente dal cuore. C'è chi lo concede immeritatamente perchè ha timore di essere abbandonato, oppure chi perdona perchè si lascia convincere dalle suppliche, o ancora chi lo dà per se stesso, anche se si sente profondamente ferito. In tutti questi casi, quella che dovrebbe essere una scelta fatta per poter andare avanti nella propria vita, diventa un momento di sofferenza, quasi abbiamo la sensazione di piegarci.  

Personalmente, io non amo perdonare, ma do una sola possibilità. Se la persona in questione continua a farmi del male e, magari, nemmeno se ne rende conto, io non solo non perdono, ma non dimentico. Perchè questa parola magica può anche essere pronunciata, ma spesso non ci si crede fino in fondo. Si hanno sempre dubbi, timori, sospetti. La fiducia è stata irrimediabilmente frantumata, e questo rende più pericolante un rapporto. Voi vi fidereste di usare un oggetto che è stato distrutto e poi incollato, magari malamente? 

La verità è che, nonostante le belle parole retoriche che inneggiano alla positività e all'amor proprio, perdonare è doloroso, forse più del torto subito, perchè spesso si ha l'impressione di cedere e darla vinta, di elargire quasi una ricompensa soddisfacente a chi ci ha fatto soffrire. Il perdono va centellinato, perchè se lo si concede troppo spesso succede che le persone malvagie se ne approfittano, quasi autorzzate a perpetrare le loro cattiverie, sicure di riuscire sempre a raggirare la propria vittima e a sperare nella sua ingenuità. 

Il perdono, ed è questa la discriminante importante che permette di decidere, deve essere concesso solo se c'è ammissione di colpa. Se l'altra persona ha l'arroganza di negare, o anche solo minimizzare le sue nefandezze, non è giusto che lo ottenga. Perchè è in quel caso che ci si sente pervadere da un senso di bruciante sconfitta. 

Bisogna anche dire che, di contro, quando siamo noi a sbagliare siamo certi della bontà delle nostre intenzioni, e cerchiamo quantomeno di dimostrarlo (o dissimularlo) in maniera convincente. Ecco che potrebbe scattare una sorta di empatia, ovvero comprendere che gli altri lo cercano perchè hanno il nostro stesso vigore nel difendere se stessi. 

Chi decide di concederlo, invece, si munisce di un'altra arma efficace: il coraggio. 

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