Bookvalentine. Giornata d'autore: quale sostanza era contenuta nella pozione di Giulietta?
Nell'arcinota tragedia di Shakespeare Giulietta, per sfuggire al matrimonio con il conte Paride, assume una pozione preparata da frate Lorenzo che le provocherà uno stato di morte apparente. Ma avete mai pensato a cosa potesse contenere la misteriosa boccetta?
W. Shakespeare, Romeo e Giulietta
Secondo alcuni esperti del settore, pare si tratti di una pianta denominata Atropa Belladonna, la quale agirebbe sull sistema nervoso periferico e centrale e da cui si estrae l'atropina. Un erbario di epoca elisabettiana, The Herbal or General Historie of Plantes di John Gerarde, le attribuisce poteri inimmaginabili: se assunta in piccole quantità porta alla pazzia, una dose più elevata provoca un sonno di morte, e un'overdose uccide. Sembra che l'autore inglese abbia conosciuto personalmente Gerarde, e abbia visitato il suo giardino di erbe.
Una seconda ipotesi, sono i semi del giunco di palude, in grado di uccidere gli animali, ma non gli esseri umani. Pare che entrambe queste due specie di piante, però, non siano in grado di indurre uno stato di coma o la diminuzione del battito cardiaco.
Non è chiaro se quelle descritte da Shakespare siano intrugli reali oppure frutto della sua fantasia, (per esempio Amleto o Sogno di una notte di mezza estate), ma questo non toglie che i due giovani e sfortunati innamorati esercitano un grande ascendente sugli irriducibili romantici, su tutti coloro che sperano in un sentimento idilliaco e di trovare colui o colei che ameranno (e da cui saranno amati) per sempre.
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