2/14/22

Bookvalentine. Amici di penna: anche a San Valentino, zitella è bella. Sole per scelta

Sì, è  San Valentino, e ci sono donne forti e indipendenti che se ne infischiano. Sono quelle donne che non misurano il proprio valore attraverso un uomo, che nello specchio vedono riflesse solo se stesse e, se scelgono una persona con cui dividere il proprio tempo (che non tornerà più indietro, quindi è prezioso) è solo perchè lo vogliono. Benvenuti e benvenute nell'era di "Zitella è bella", e non sfortunata, brutta,  invidiosa e acida.  Se scegliamo di essere sole, è  perchè conosciamo il nostro valore. 




Ph. Pixabay





San Valentino dovrebbe essere il giorno in cui si celebra ogni tipo d'amore, compreso quello più importante, necessario e smisuratamente sopravvalutato o bistrattato, a seconda delle circostanze: quello per se stessi. Donarsi, investire dei sentimenti, il proprio tempo, risorse, sogni e aspettative in un'altra persona è un vero e proprio atto di coraggio, perchè  nessuno può effettivamente garantire che quel legame durerà, e l'unica relazione che avremo la certezza di vivere per sempre, è proprio quella con noi stessi. 

Nonostante ciò, ci sono persone che non riescono a donarsi completamente, o vogliono farlo solo dopo un'attenta analisi. Buttarsi a capofitto senza pensare alle conseguenze, perchè si accarezza l'idea romantica di vivere esclusivamente di passione, che per sua natura è volatile, è uno stile non consono per loro. 

L'amore è una conditio sine qua non che anima ogni cultura, ogni società, quasi un obbligo, soprattutto per le donne. Spesso, devono essere scelte dagli uomini come se fosse il premio di un'attenta ed esigente giuria. La tappa auspicabile è che, entro una certa età, siano sistemate, esattamente come soprammobili da sfoggiare in salotto, e se ciò non accade la donna in questione viene derisa, magari anche umiliata, e le si dà la colpa perchè non abbastanza bella, condiscendente e docile. 

A lei non è dato scegliere, non viene mai chiesto che cosa desideri. E se non ha alcun interesse per le relazioni e vuole concentrarsi sulla carriera lavorativa? Prospettiva inaccettabile: il suo valore si decide in base a quale tipo di uomo l'ha voluta e, soprattutto, alla sua capacità di tenerselo stretto. 

Al giorno d'oggi, la donna che riceve il marchio di zitella è semplicemente una donna cosciente del suo valore, della sua sacrosanta scelta di detronizzare l'amore dalle sue priorità. Amare se stessi in modo sano, ponendosi degli obiettivi e non permettendo a nessuno di svalutarci, sta alla base della nostra serenza interazione con gli altri. Inutile che ci giriamo intorno: senza questo costrutto fondamentale, le relazioni saranno sempre squilibrate, ed è per questo che bisognerebbe mettersi sempre al primo posto, ed essere egoisti quando serve. 


In particolare per le donne, gli ormai tristemente famosi stereotipi di genere le vorrebbero sempre pronte a soddisfare necessità altrui, meglio annullando la propria volontà e le giuste esigenze o aspirazioni, quasi come ancelle silenziose e rassegnate. E, forse, dirò una cosa molto impopolare e scomoda: io non credo fino in fondo al libero arbitrio di relegarsi in casa, a dipendere economicamente da un marito o compagno, a destreggiarsi fra pentole, piatti, pulizie et similia. 

Metto in chiaro un concetto, allo scopo di evitare fraintendimenti: essere casalinga è una scelta dignitosissima e rispettabile, ma proprio in virtù dell'abbattimento degli stereotipi, non riesco a pensare che una donna desideri veramente fare soltanto questo. Non sono nate per questo e, se ne fossero coscienti, sicuramente non prenderebbero simili decisioni. A meno che non prevalgano cause di forza maggiore (figli disabili, anziani a carico ecc). 

Quando definiscono zitalla una donna, credono di offenderla perchè le fanoo capire che non vale niente in quanto scartata da un uomo, non è degna di considerazione perchè ha, magari, un carattere forte e un'attenta selettività. Invece non è così. Non hanno idea che hanno dato una nuova accezione a quello che era considerato come un nomignolo di beffarda compassione, un po' come succede quando le persone attaccate e bollate riabilitano certi insulti e li trasformano in un baluardo. 

Non si rendono conto che ci  riconoscono una condizione di indomabilità, di potenza e forza delle nostre opinioni, perchè non ci manca proprio nulla per essere desiderate e capire cosa (chi, e quando) sia meglio per  noi. Riconoscono che siamo libere. 







 

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