1/12/22

Letteral_mente: La profezia perduta del Faraone Nero, Fabio Delizzos -recensione-

Thriller storico molto accurato nella ricostruzione e ben strutturato negli intrecci quello di Fabio Delizzos, "La profezia perduta del Faraone Nero". Volete scoprire di più? Leggete la prima recensione della rubrica "Letteral_mente"






Sinossi


Torino, 1799.

Una serie di efferati omicidi, ap­parentemente legati agli ambienti esoterici e a una misteriosa loggia massonica, sta terrorizzando la cit­tà sabauda, occupata dagli austria­ci. Sui crimini indaga un professore di filosofia, Eugenio Caffarel, ri­trovatosi suo malgrado a lavorare come poliziotto, proprio a causa degli sconvolgimenti provocati dalle guerre.
Il Cairo, Egitto.
All’ombra delle piramidi, pochi giorni dopo la scoperta della stele di Rosetta, un altro antico segreto riaffiora dalle sabbie del deserto. Un segreto che fa gola a molti e che lo scrittore Conon de Solis, giovane ufficiale dell’esercito napoleonico ed esperto di Antico Egitto, è chia­mato a svelare a qualunque costo.
Quale oscuro mistero nasconde la città di Torino? Quale segreto è se­polto sotto le sabbie del deserto egi­ziano? Eugenio Caffarel e Conon de Solis dovranno fare affidamento su tutte le loro conoscenze e mette­re a rischio la propria vita, per riu­scire a scoprirlo. Perché qualcosa di inaudito e terribile è riemerso dalle profondità del tempo…



Recensione 


Una trama coinvolgente, con un buon ritmo e senza alcun attimo di lentezza. Uno dei pregi di questo romanzo è l'incredibile accuratezza dei dettagli nelle descrizioni, frutto sicuramente di una laboriosa ricerca che ha impreziosito una narrazione fluida, con diversi colpi di scena notevoli e intrecci molto ben congeniati. 

Anche i riferimenti storici sono stati il risultato di un alacre lavoro, e ciò ha permesso di mescolare una realtà forse non raccontata nei testi canonici, e una ricca fantasia, permeata da una grande passione per il mondo dell'occulto e, soprattutto, per l'Antico Egitto

Interessanti e molto ben scritti i dialoghi, che hanno talvolta assunto toni sarcastici o di sferzante ironia. I personaggi sono ben studiati, delineati con sapienza nei loro tratti psicologici, che l'autore ha accostato fra di essi per sfruttare un effetto compensativo e anche tagliente, soprattutto per lo spigoloso commissario della Polizia di Torino, che ha inizialmente suscitato una certa antipatia.  

Un po' ritrito e noioso il clichè dell'incontro sessuale per carpire informazioni, e il fatto che la sensualità e bellezza siano l'unica arma che una donna possa possedere. Tuttavia, a Sopfia Onfray in questa storia viene attribuito un quoziente intellettivo sufficiente per qualificarsi almeno seconda ai signori Eugenio Caffarel e Conon de Solis, le cui armi, oltre a pistole e Jäger, sono intelligenza, intuito e una bella dose di fortunaCiononostante, rimane un ruolo accessorio e meramente funzionale, così come molti di quelli femminili in questo genere di libri e pellicole annesse. 

Voto: 7+


Se consiglio questo libro? Certo che sì! 
Soprattutto se amate le avventure, le descrizioni minuziose e seguire i passaggi logici che portano alla risoluzione di un caso. 


Buona lettura! 






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