1/16/22

Giornata d'autore. La (vera) storia de "La Sirenetta", e la disullusione adulta


Chi non ricorda la sirenetta Ariel, che sacrificò la sua bellissima voce in cambio delle gambe per poter conquistare il marinaio di cui era innamorata? Ebbene, la versione edulcorata della Disney si allontana decisamente dalla favola di Hans Christian Andersen. Scopriamo perchè




Ph. Pixabay



"In fondo al mar, in fondo al mar" era l'allegra canzoncina suonata dal complesso sottomarino della Disney. Ma, forse, pochi sanno che la storia raccontata dal colosso americano ha ben poco a che vedere, soprattutto nell'epilogo, con la fiaba di Hans Christian Andersen. 

La Danimarca ha voluto omaggiare lo scrittore costruendo una bellissima statua che incarna una Ariel molto più veritiera, con lo sguardo malinconico, forse di chi sa di andare incontro a un triste destino, e le sue pinne che stanno mutandosi in splendide gambe. Con queste, spera di  per correre dal suo amato marinaio, che spera di conquistare. 


La vera storia, quella che la Disney non ha potuto raccontare


La bella sirena fa un patto con la Strega del mare: riceve la pozione per avere le gambe, ma i passi che muoverà non saranno così leggeri e piacevoli, tutt'altro: la fattucchiera marina li descriverà come dolorose coltellate. Inoltre, le verrà tagliata la lingua e non potrà tornare negli Abissi. Se riuscirà a far innamorare di lei il principe, allora guadagnerà l'anima e sarà per sempre umana, altrimenti morirà. Il finale, che non tutti conoscono, è che il navigatore sposerà un'altra ragazza, e così lei si trasformerà in schiuma del mare. 

La versione edulcorata propinata a tutte le bambine dalla Disney, ha creato molti più danni di quanti non avrebbe potuto fare  quella originale. Sono risaputi e ormai sdoganati, come aspettative illusorie e stucchevoli sul grande amore, il bene che trionfa sempre sul male (visione alquanto manicheista e irreale) e ruoli di genere stereotipati. Per fortuna, negli ultimi anni c'è stata una grande rivoluzione che ha permesso di ritoccare alcune trame, e soprattutto i personaggi, per renderli più realistici e inclusivi, senza far perdere quell'atmosfera di sogno e leggerezza. 


Quando si diventa grandi, spesso non si crede più alle fiabe 

Se si analizza questa fiaba con l'occhio disincantato e cinico di un adulto, ci si rende conto di quanta tossicità si sarebbe potuta evitare se tutto fosse rimasto così com'è. Talvolta, è meglio una verità amara e triste, come l'inutilità di un sacrificio d'amore, soprattutto quando si paga con la propria vita, piuttosto che una bellissima bugia, infiocchettata e pronta per essere consegnata ai più piccoli: l'idea che vada tutto bene. Che deve andare tutto bene sempre, e per forza. Purtroppo, le cose spesso vanno male, e siamo impotenti di fronte ad alcuni scenari. A volte, non basta donare se stessi per essere amati, perchè a molti non interessa cosa siamo disposti a fare per loro. Nulla e nessuno deve essere più importante della nostra vita, e questo le fiabe non lo insegnano. 

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