Diversità: un valore e una ricchezza da proteggere, non da combattere
Empatia, sensibilità,
velleità artistiche, unicità che ci fanno sentire dei diversi. Che cos’è e cosa
cambia nel modo di percepire le persone e il mondo? E come reagiscono le persone?
I momenti che più sono
stati (e sono ancora) difficili da affrontare sono le relazioni interpersonali.
Sono naturalmente selettiva, mi lego a poche persone e le coltivo, e questo
perché sono portata ad allontanarmi da chi non mi fa buona impressione. Osservavo
gli altri, e mi sentivo diversa, come lo siamo tutti gli uni dagli altri. Non
migliore, semplicemente diversa.
Per molto tempo, a
scuola sono stata quella strana, quasi una snob, che parlava solo con le
persone a cui era interessata, guardata con circospezione perché ero fra i più
bravi, soprattutto alle elementari, dove una maestra in particolare, aveva
creato un ambiente pericolosamente competitivo.
Il fatto che eccellessi
nei temi e nelle composizioni di fantasia, suscitava manifestazioni di invidia
piuttosto palese oppure episodi di scherno e ilarità, perché venivo percepita
come una presuntuosa, che credeva di essere migliore di tutti. Talvolta, anche
quella famosa maestra usava questo aggettivo per umiliarmi, quando commettevo
anche il più piccolo errore. Ciò mi ha provocato gli enormi problemi di
autostima di cui soffro oggi, a 34 anni.
Gli empatici, o comunque persone più sensibili, coloro che possiedono
velleità artistiche o qualità umane che li elevano incontrovertibilmente dalla
media, vengono percepiti come ridicoli, strani, minacciosi, etichettati come
deviati. Diversi; appunto. L’irrisione funge da livella, perché il pensiero
unico dominante non ammette chi primeggia, chi la pensa diversamente, o ha una
forte personalità che brilla più delle altre. Solitamente, chi vuole
manifestarsi contrario alla cultura mainstream viene prontamente azzittito, perché
purtroppo, e l’ho capito con l’esperienza, la mediocrità ha la bocca larga,
dove entra ed esce di tutto, e il cervello piccolo.
E così, credendo davvero che fossi come tutti mi dicevano, iniziai
a odiarmi, mortificarmi, pensai che non fossi meritevole di stima e non scrissi
più per molto tempo. Ebbi anche un considerevole calo nel rendimento
scolastico, soffrendo in silenzio senza poterne parlare con nessuno.
Ho seguitato a deningrarmi e a sentirmi inferiore senza capirne la
ragione per molto tempo, finché alcuni incontri e circostanze mi hanno aiutato
a far luce. Ora, sto cercando di ricostruire l’amore per me stessa, quello che
la maggior parte delle persone ottuse, insensibili e grette non esita a demolire,
così da portarti al loro bassissimo e infimo livello. Quando sei migliore di
qualcuno, e se ne accorge, non potendo eguagliarti farà di tutto per
distruggerti.
La diversità, al giorno d’oggi, viene vista come qualcosa da combattere,
invece assurge alla funzione di valore e ricchezza. So benissimo di non essere
la prima a ribadire tale concetto, ma una voce in più che parla è sempre utile.
Una voce…diversa.
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