11/24/21

Morire per smettere di non vivere: suicidio assistito e dignità della vita

"La vita è sacra!" In quale misura? Perchè alcune lo sono più di altre? É giusto prolungare la sofferenza di una persona malata in nome di principi religiosi? Una mia personale riflessione di attualità alla luce della prima, storica sentenza del Comitato Etico in Italia riguardante il suicidio assistito





Perchè quando un cavallo si frattura una zampa, l'unica soluzione è ucciderlo? Si pensa che, in questo modo, si porrà fine alle sue sofferenze, in quanto non sarebbe più funzionale per se stesso. O, più malignamente, perchè non può più essere sfruttato.

Perchè quando è un essere umano a soffrire per una malattia atroce, degenerativa, che non gli permette più di essere funzionale per sè, si sollevano polveroni per la sacralità della vita, si continua con l'accanimento teraputico, e scegliere di morire (nel pieno possesso delle proprie facoltà) è considerato antietico?

La religione cristiana, che si è diffusa in maniera capillare anche grazie alla propaganda DC del Dopoguerra, ha inculcato la concezione che per vivere in modo degno e santo, bisogna soffrire. Si usa il dolore come punizione ed espiazione, come un pegno per la felicità nel Regno dei Cieli (che non è detto ci sia), per la vita eterna. La morte dolorosa è vista come un modo per essere vicino a Cristo che, a quanto pare, è morto sacrificandosi per noi (cioè, voi).

Se la vita è veramente così importante per gli abitanti di questa epoca, se viene difesa così strenuamente e con tutta questa sovraesposizione mediatica, perchè non si cerca di migliorarla mentre viene vissuta? In base a quale criterio, per esempio, la vita di una donna vale meno di quella di un uomo, e quindi può essere offesa, violentata, ammazzata? Come mai un bambino/a può essere schiavizzato/a, violentato/a, arruolato/a come soldato? Perchè le persone LGBT vengono discriminate, uccise, seviziate? Perchè i migranti vengono lasciati morire in mare? Perchè un cavallo, finchè è robusto e sano, può essere usato e far comodo all'uomo, e poi viene praticata l'eutanasia quando si azzoppa?

Tutti i giorni, costantemente, qualcuno si arroga il diritto di decidere in maniera arbitraria, ingiusta, dolorosa, disumana, chi deve vivere e chi no. Quelle vite valgono, forse, meno delle altre(?)

Un moribondo, una persona distrutta dalla sua malattia, oppure in una condizione di coma irreversibile, ha forse meno dignità di una sana? Perchè non ha il diritto di porre fine al suo dolore? Perchè un familiare, un Papa, lo Stato, deve imporgli di trascinarsi dentro una fine lenta e straziante? Sarebbero più contenti di vedere condannato qualcuno a una vita che non è più vita, o di curare il suo corpo rattrappito, ferito, deperito? O per loro sarebbe stato meglio se fosse stato nel pieno vigore, attivo, funzionale?

Se si deve non vivere, soffrire, perdere la dignità, allora tanto vale morire.

 


Nessun commento:

Posta un commento

Ti piace il mio blog? Seguimi anche su Facebook https://www.facebook.com/GraziaDeg87

Psychè. Come gestire eventuali ricadute durante la terapia

Può succedere che durante una psicoterapia i sintomi del disturbo tornino a manifestarsi. A meno che non ci sia bisogno di ritoccare la dose...