Amici di penna: Cambiare, rimanendo sempre uguali

Quanto le esperienze negative possono cambiarci? Quanto è importante essere sempre fedeli a se stessi, ma cercando di evolversi e, soprattutto, senza essere forzati alla scelta? Le mie ultime riflessioni sul tema del cambiamento 

 




Quando veniamo al mondo siamo esseri indifesi, ingenui, per la maggior parte. Crediamo che tutti siano nostri amici, che la nostra vita sarà sempre bellissima e felice, e viviamo alcuni anni in una beata incoscienza, in un mondo ovattato. Poi, inevitabilmente, i primi contatti con l’esterno sporcheranno un po’ quell’immagine scintillante, fino a infangarla del tutto, dipende dal grado di resistenza e di esperienze pesanti che avremo.

Dobbiamo iniziare a fare i conti con il fatto che non tutto gira intorno a noi (anche se molte persone adulte e vaccinate non lo hanno ancora compreso), che non saremo sempre i primi, quindi dovremo affrontare rabbia, delusione, frustrazione, ma anche dolore e tristezza. Ci saranno persone con cui intrecceremo legami che dureranno tutta la vita, altre che scopriremo essere false, che ci faranno del male, invidiose di noi, che ci disprezzeranno. E anche noi, a nostra volta, possiamo ferire, deludere e disprezzare qualcuno.

Il punto è: quanto queste esperienze, i periodi cupi e le persone sbagliate della nostra vita, possono influenzarci fino al punto di farci cambiare?

Il cambiamento non è sempre qualcosa di spiacevole, tutt’altro: evolversi e migliorare sono gli obiettivi migliori che si possano avere, ma ciò è vero solo nella misura in cui siamo noi a decidere cosa e come cambiare. Non può essere mai una forzatura o un’imposizione, perché spesso si ottiene l’effetto contrario: ci si irrigidisce.

La resistenza al cambiamento dipende molto dalla personalità, dalla volontà e dalla forza esterna, soprattutto per quanto riguarda eventuali sanzioni o punizioni. Ma, inevitabilmente, più si va avanti nello sperimentare la vita e i suoi risvolti, i suoi imprevisti piacevoli o spiacevoli, e più si perde un granello di noi. A poco a poco, può succedere che la nostra volontà frani del tutto, e che un forte dolore possa indurci a cambiare i nostri atteggiamenti nei confronti di quell’esistenza che, in fondo, non abbiamo scelto noi di vivere.

Impariamo a essere diffidenti, sospettosi, prevenuti nei confronti delle persone e degli eventi. La nostra opposizione e paura di cambiare sfocia in attimi di intensa paura e ansia irrefrenabili. Spesso, ci precludiamo opportunità perché siamo stati scottati da una storia finita male, o da un tradimento.

Ebbene, sono la prima a essere stata scalfita dalle vicende della vita, che ha imparato sulla propria pelle che bisogna sempre fare attenzione, guardarsi le spalle, e reagire. Difendersi aggredendo è diventato necessario, per me, e purtroppo è diventato un riflesso condizionato che scatta anche con persone che non lo meriano, in momenti in cui non è necessario.

Penso che rimanere puri e illusi come durante l’infanzia sia veramente impossibile, e per quanto ci si sforzi di essere ottimisti e fedeli a se stessi c’è sempre quella ferita dentro che si riapre, quel ricordo sgradevole, quel comportamento precostituito che abbiamo dovuto mettere in atto per proteggerci. Spesso però, così facendo, ci provochiamo solo altro dolore.

Il lato triste della situazione, è che spesso a causa dei fraintendimenti e dagli impedimenti causati da queste mutazioni inevitabili, ci si scontra e ci si perde. Oppure, ci si ritrova.

E voi? Quanto siete cambiati?

 

 

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