6/16/21

Memorie di una Geisha - Recensione-


La recensione di oggi è dedicata a uno dei romanzi che più ho amato, e la pellicola è stata, devo dire, altrettanto bella. Sto parlando del magico mondo delle geishe, raccontato da Arthur Golden.



                                                        Fonte:Wuzz il social dei libri



Memorie di una geisha: sinossi


Circondate da un'aura di mistero, le geishe hanno sempre esercitato sugli occidentali un'attrazione quasi irresistibile. Ma chi sono in realtà queste donne? A tutte le domande che queste figure leggendarie suscitano, Arthur Golden ha risposto con un romanzo profondamente documentato, che conserva tutta l'immediatezza e l'emozione di una storia vera. 

Che cosa significa essere una geisha lo apprendiamo così dalla voce di Sayuri che ci racconta la sua storia: l'infanzia, il rapimento, l'addestramento, la disciplina - tutte le vicende che, sullo sfondo del Giappone del '900, l'hanno condotta a diventare la geisha più famosa e ricercata. Un romanzo avvincente e toccante, coronato da uno straordinario ritratto femminile e dalla sua voce indimenticabile.

Recensione


Questo è da sempre uno dei miei libri preferiti. Vidi il film che ero ancora un’adolescente e, quando seppi che era tratto da un romanzo, lo cercai senza successo. Poi un giorno, passando casualmente davanti alla vetrina di una libreria, lo vidi: era l’occasione che avevo atteso per anni. Un bel libro di 571 pagine lo finii in circa due settimane, perché ne fui letteralmente rapita, e raramente questo mi capita. Racconta la storia della vita di Chiyo Sakamoto, figlia di pescatori che, insieme alla sorella più grande Satzu, viene venduta a un Okiya, mentre lei a un comune bordello. Sayuri (Piccolo Giglio), è destinata a diventare una geisha, e quello sarà infatti il suo nome da maiyko, cioè apprendista. Nella Casa, gestita da una Nitta, si dovrà presto scontrare con la bella e crudele Hatzumomo, all’epoca una delle geishe più richieste e famose di tutta Kyoto. Dopo varie peripezie, verrà prima istruita da Mameha, grande rivale di Hatzumomo, e poi riesce a farsi adottare dalla Nitta, ereditando l’Okiya e diventando la geisha più desiderata del quartiere. Il suo mizuage (verginità) sarà venduto a un tale dottor Granchio (il suo danna), per una cifra mai vista prima di allora, con la quale la giovane dagli occhi grigio-azzurri (molto rari in Oriente) riuscirà a pagarsi i debiti contratti per la sua istruzione. Ma il suo sogno d’amore più grande è incontrare di nuovo il Direttore Generale, conosciuto quando era ancora una bambina, e per il quale la sua aspirazione di diventare la più grande geisha sarà il solo motivo di esistere.


Un racconto coinvolgente, ricavato dalla testimonianza di una vera geisha, ricchissimo di particolari di un mondo che per noi occidentali è sconosciuto. Infatti, contrariamente a quanto molti pensano, la figura misteriosa e incantevole della geisha non corrisponde a quella di una prostituta.

Lei è un’artista, che riceve una formazione in musica, danza, poesia e intrattenimento e, così come viene detto anche nella pellicola, non sono cortigiane né mogli, in riferimento al fatto che leoro accompagnavano solitamente gli uomini d’affari che, oberati da un matrimonio combinato, cercavano il piacere della loro compagnia nelle case da tè. 

Oggi, questo ruolo è completamente scomparso, o meglio è diventato folklore che si esibisce solo per turisti. Quello delle geishe è un mondo segreto di raffinatezza femminile e fascino. In un certo senso, ho voluto interpretarla anche in una chiave femminista: non si tratta di volgari oggetti sessuali, ma qualcosa che ha un valore e una dignità, non si mercifica. 

La sola libertà che a queste leggende viventi non era consentita, era amare. Ma la piccola Sayuri, intelligente e perspicace, ha saputo attendere anche la fine della Guerra Mondiale per incontrare di nuovo il suo Direttore Generale. Un romanzo che deve farci riflettere sulla pazienza dell’amore, ma anche sulla quantità di stereotipi che nutriamo nei confronti di un popolo dedito al lavoro, al sacrificio, soprattutto alla meritocrazia. Può di certo aprire la mente, ma soprattutto il cuore.

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